Droga e violenza: per la morte della 46enne italo-brasiliana è in carcere il convivente moldavo, sospettato di averla scaraventata nel vuoto dopo l’ennesima lite.
OSTIA (Roma) – Sarebbe riconducibile ad un ennesimo femminicidio la morte di Angelina Cristiane De Souza Soares, ex modella italo-brasiliana di 46 anni, tossicomane, ritrovata cadavere in strada alle 5 del mattino dello scorso 4 aprile. La donna, riversa sul marciapiede in un lago di sangue, sarebbe precipitata dal quarto piano di un edificio in disuso ubicato in via Marino Fasan 38, in un quartiere popolare di Ostia Nuova, in provincia di Roma. Sul posto accorrevano le volanti della polizia di Stato ed i soccorritori del 118 pare su segnalazione del convivente della vittima, tale Dorin Nemtelea, moldavo di 41 anni, con precedenti per spaccio e senza fissa dimora.
L’uomo, che da qualche settimana si sarebbe trasferito in casa della donna, residente a Montesilvano in provincia di Pescara, avrebbe avuto un litigio con la vittima poco prima della tragedia. Gli inquirenti, che hanno interrogato l’odierno indagato senza ricavarne un ragno dal buco, come si dice, avrebbero il sospetto che per motivi inerenti la droga i due abbiano litigato di brutto e al termine del violento alterco, pare l’ultimo di altri episodi analoghi a sentire i vicini di casa, l’uomo abbia scaraventato la donna nel vuoto. La vittima sarebbe morta sul colpo considerata l’altezza della terribile caduta.
Angelina Soares De Souza aveva vissuto in passato a Montesilvano, in Abruzzo, dove lavorava con un certo successo come modella. Poi la sua vita aveva preso una brutta piega e si era trasferita a Ostia dove abitava in un casermone di cemento, praticamente abbandonato, nel territorio “controllato” dalla famiglia Spada, nota banda criminale locale dedita al commercio degli stupefacenti, pizzo ed estorsioni. A ricordarla sul suo profilo Facebook il giornalista e presentatore tv abruzzese, Bruno Barteloni, che le ha dedicato un commovente messaggio:
“Amica mia, avevi tutto dalla vita ma non hai saputo dare valore a tutta questa ricchezza divina. Una fine tragica. Non riesco a darmi pace. Non riesco ad accettarla”. Gli investigatori, sin dalle prime fasi dell’inchiesta, hanno cercato di ricostruire il caso, raccogliendo informazioni da diverse persone del quartiere, compresi alcuni membri del clan Spada. De Souza aveva problemi di tossicodipendenza e per questo, sulle prime, si era pensato ad un insano gesto volontario. Con il passare delle ore, però, la Squadra Mobile, coordinata dal Pm Eleonora Fini, ha raccolto più di qualche indizio su Nemtelea, che al momento non ha saputo spiegare che cosa sia accaduto.
L’8 aprile scorso il Gip di Roma ha convalidato l’arresto del moldavo con l’accusa di omicidio volontario e ne ha disposto la custodia cautelare in carcere attesi anche i suoi precedenti per spaccio. L’indagato, che in tempi migliori lavorava come operaio specializzato presso una ditta di Pomezia che poi ha chiuso i battenti, avrebbe conosciuto mesi addietro la donna alla quale avrebbe proposto di vivere insieme, atteso che Nemtelea non avrebbe avuto più una casa dopo una precedente relazione sentimentale finita male. Rimane da capire il perché i due avessero deciso di convivere proprio in quel palazzo fatiscente, residenza di sbandati, balordi e abusivi.
L’appartamento da dove la vittima sarebbe stata gettata nel vuoto è di proprietà di un cittadino italiano che non risiede in zona. L’immobile potrebbe essere stato affittato oppure occupato ma non è escluso che sia stato ceduto alla donna da soggetti terzi. In questo senso si sarebbero orientate le indagini degli investigatori che avrebbero accertato l’assenza di legami fra la coppia e la criminalità locale nonostante i problemi di droga di entrambi. L’appartamento in uso alla vittima e al suo convivente, sino a qualche mese fa, sarebbe stato utilizzato da alcuni pusher per il confezionamento di dosi di cocaina e la relativa vendita al dettaglio. E’ probabile che dopo uno dei tanti alterchi, forse più violento degli altri, Angelina Cristiane De Souza Soares abbia tentato di sottrarsi alla rabbia dell’uomo fuggendo sul balcone di casa. Nel momento cruciale della lite la donna sarebbe stata spinta oltre la ringhiera precipitando in strada.