Il Vesuvio brucia ancora: è mobilitazione nazionale. Ipotesi origine dolosa. Procura apre un fascicolo

Incendio di tre chilometri: Protezione civile mobilitata, Canadair e elicotteri in azione per fermare l’avanzata del fuoco. A distanza di chilometri piove cenere.

Napoli – Continua il vastissimo incendio che da venerdì sta devastando il versante del Vesuvio. Le fiamme hanno distrutto finora circa 500 ettari di vegetazione. Il fronte del fuoco, lungo tre chilometri, ha lambito pericolosamente il comune di Terzigno, in provincia di Napoli, senza però raggiungere le abitazioni. La Procura di Nola ha aperto un fascicolo sull’incendio al momento ancora senza indagati. 

Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha accolto la richiesta del presidente della Regione De Luca, dichiarando lo stato di mobilitazione straordinaria e consentendo il coordinamento nazionale degli interventi e l’invio di mezzi e uomini anche da altre regioni. Colonne mobili della Protezione civile nazionale sono già operative sul posto, insieme a squadre dei vigili del fuoco, volontari e forze dell’ordine.

Le operazioni di spegnimento

Nella giornata di ieri sono stati impiegati sei Canadair e quattro elicotteri regionali, mentre oltre cento operatori hanno lavorato a terra per tutta la notte. All’alba di domenica sono ripresi i sorvoli, con l’obiettivo di circoscrivere le fiamme. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha parlato di una situazione “in leggero miglioramento”, ma il rischio rimane alto, soprattutto in caso di cambiamenti del vento.

Mobilitazione e disagi

La colonna di fumo è visibile per decine di chilometri, dalla città di Napoli fino agli scavi di Pompei, dove la cenere si è depositata su molte abitazioni. I sentieri turistici e l’accesso alla cima del vulcano sono stati chiusi, mentre le aree archeologiche di Pompei all’interno del Parco del Vesuvio restano aperte.

Ipotesi di origine dolosa: aperto fascicolo

Come nel devastante incendio del 2017, i sindaci sospettano un’origine dolosa. Alcuni cittadini di Terzigno segnalano che piccoli focolai nella pineta erano stati notati già cinque giorni prima, ma sarebbero stati sottovalutati. Oltre al danno ambientale, le fiamme stanno colpendo vigneti e aree di pregio turistico. Con le alte temperature previste in Campania, la sfida sarà contenere l’emergenza nelle prossime ore.

Intanto la Procura di Nola ha aperto un fascicolo: al momento non sono ancora state definite le ipotesi di reato né sono stati iscritti indagati, in attesa della relazione che sarà presentata dai carabinieri forestali sui roghi sul Vesuvio.

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