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Il Veneto come l’America: arriva il “Family Doc”, medico di famiglia a pagamento

Un servizio di medicina interna in regime privato, per ora al costo di 50 euro. Mestrino nel padovano fa da apripista.

Roma – Vuoi il medico di famiglia? Basta pagare! Se il portafogli “piange”, nemmeno una vistia dal medico di base si può fare. No, non siamo negli USA, dove per curarsi si deve avere una ricca assicurazione, altrimenti si può anche crepare, tanto nessuno ti rimpiangerà, a parte i familiari. Ma è quanto sta avvenendo in Veneto, il ricco nordest, una volta esaltato per la miriade di piccole e piccolissime aziende. Ed ecco spuntare, tomo tomo, cacchio cacchio, tanto per utilizzare un modo di dire di Totò, il principe della risata, il “Family Doc”, ovvero il medico a pagamento.

Dopo l’ingresso dei professionisti privati nei reparti e ai Pronto Soccorso, il cerchio si sta stringendo. La privatizzazione della sanità sta compiendo il suo percorso, questo è il messaggio esplicito. Il “Family Doc” lavorerà in strutture private e elargirà un servizio come quello del medico tradizionale in convenzione col Servizio Sanitario Nazionale (SSN). I vantaggi? La propaganda comunica di attese molto ridotte, pastoie burocratiche minime e, un accesso facilitato al servizio, ovviamente aprendo i cordoni della borsa. Tutta questa solfa per dire che il “privato è bello ed efficiente” ed i “pubblico, brutto, sporco e sprecone”. Ovvero, una sanità di serie A ed una di serie B. Antesignano di questo cambiamento è un Comune di quasi 12 mila abitanti, Mestrino, in provincia di Padova, dove la Bmed Me.di.ca Group, un gruppo privato da anni presente nel territorio, ha fiutato l’affare. Il management ha diffuso una nota, dichiarando che il loro scopo è coprire un vuoto del SSN.

Infatti, molti loro clienti sono senza medico di famiglia, soprattutto quelli di origine straniera. Inoltre, sono emerse diverse lamentele nell’accedere ai servizi di medicina generale. A dimostrazione della quasi impossibilità dei medici di base di garantire un accesso celere ai pazienti. Dal punto di vista del mercato, senza dubbio, con la presenza di un siffatto target, il discorso non fa una grinza. L’aspetto più inquietante è che, di questo passo, un’opzione del genere, possa essere l’unica offerta che soddisfi la richiesta di tempi più rapidi e di accesso alle cure primarie, per esigenze urgenti. L’America è qui, con noi, non solo dal punto di vista culturale e dello spettacolo, ora anche nella sanità, l’ultima roccaforte a difesa di principi quali il solidarismo e l’universalismo delle prestazioni.

Il costo della prestazione, al momento è di 50 euro a visita. Nelle modalità di erogare il servizio le dinamiche, a parte il costo, sono simili a quelle del medico di base, con visita e prescrizione di farmaci. Si rischia, però,  di innescare un processo che spinge i professionisti a monetizzare la consulenza, indirizzando i pazienti bisognosi di visite specialistiche verso altri servizi della struttura privata. In questo modo, una volta sviluppatosi il sistema, i medici di base rischiano la scomparsa.

Non è uno scenario impossibile. Con le politiche deli ultimi anni si sta facendo di tutto, da parte dei decisori politici, per rendere sempre meno efficiente la sanità pubblica, con scarse risorse finanziarie investite e carenza di personale. Sembra un preciso disegno politico che si sta realizzando alla perfezione, tanto i poveri cristi possono pure andare al diavolo!

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