Il “totem” del lavoro: rincorrere profitti fa male alla salute, lo dice la scienza

Lo studio della New York University sulla rivista Public Library of Science: per 30 anni analizzati gli effetti del superlavoro sui cittadini.

Roma – Il lavoro nuoce gravemente alla salute! Chissà perché l’essere umano, autodefinitosi di intelligenza superiore nel mondo animale, non abbia saputo cercare un’alternativa al lavoro, per vivere. Anzi, al contrario, ne ha fatto un totem, un dio pagano da adorare e venerare e a cui vengano offerti in sacrificio vittime umane pur di raggiungere lo scopo. Sempre quello, lo stesso da secoli: il profitto a qualunque costo. Per esso si è sacrificato l’ambiente, la natura, il clima, sono state depredate risorse naturali, di cui ora si avverte la scarsità.

Non si tratta di considerazioni che potrebbero essere definite vetero-marxiste, ma sono il frutto di valutazioni scientifiche da cui si evince che “lavorare troppo produce danni alla salute, quali rischio di depressione e cattive condizioni di salute nella mezza età”. A giungere a queste conclusioni è stato uno studio della New York University, un’Università privata statunitense tra le più prestigiose e famose al mondo, che di marxismo ha ben poco, se non nulla. La ricerca è stata pubblicata dalla rivista scientifica Public Library of Science (PLOS ONE). Sono stati studiati, per tre decenni, gli orari di lavoro e i ritmi del sonno di 7 mila cittadini statunitensi, di cui solo un quarto svolgeva un lavoro con orari diurni regolari.

Le persone coinvolte nello studio avevano un’età compresa tra i 22 e i 50 anni. Inoltre ¾ del campione in esame erano lavoratori nati negli anni ’60 del secolo scorso. E’ emersa una criticità espressa dai lavoratori che svolgevano le loro mansioni con orari notturni o turni a rotazione, rispetto a chi lavorava solo di giorno. Le complicanze si manifestano in condizioni di salute precarie e depressione versoi 50 anni d’età. Dopo aver lavorato per molto tempo perché vittime della produzione in maniera veloce per decenni, a molti 40enni è stato riferito di avere, in realtà, l’età biologica di un 60enne. Questo fenomeno ha spinto molti ricercatori ad effettuare studi che mettessero in relazione il lavorare per molto tempo e i suoi effetti effetti sullo stato di salute in generale. Il lavoro nella gran parte dei casi rende l’essere umano sofferente per la salute e indigente.

Sfatando un altro mito secondo cui con il frutto del lavoro si potevano procacciare finanze per stare meglio. Evidentemente, se molte persone accusano problemi di salute, vuol dire che, nei fatti, non succede, anzi nel tempo più che accumulare risorse accumulano problemi! Quasi come una coazione a ripetere, una tendenza incoercibile a compiere degli atti ripetitivi, anche non piacevoli, senza averne la consapevolezza di averli determinati. In realtà si è imposto un paradigma culturale secondo cui il lavoro assume valore se lo si fa per molto tempo, pena il rischio di sentirsi svantaggiato. Coloro che rinunciavano al meritato riposo dal lavoro, perché un vero lavoratore non si ferma mai, in realtà poi si sono ritrovati a dover far fronte, statisticamente, a problematiche quali la depressione e altri problemi di salute! Il lavoro dovrebbe essere l’espressione della propria creatività, estro, fantasia.

Al contrario è diventato un fattore di stress continuo e gli effetti sulla salute si manifestano anche dopo 30 anni, come ha dimostrato il summenzionato studio. Malgrado non sia stata dimostrata la corrispondenza tra lavoro notturno, turni a rotazione e sonno insufficiente con uno stato di salute precario, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitensi hanno, comunque, diffuso una nota, secondo cui un sonno non adeguato può causare malattie croniche come il diabete, obesità, problemi cardiaci. Il lavoro: una vera e propria maledizione. Se non lo si ha si muore di inedia. Se lo si ha, ci si ammala! E l’uomo sarebbe un’animale intelligente?

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