Il terrore dell’11 settembre 2001: 23 anni fa l’attentato alle Torri Gemelle

Le immagini e l’orrore dell’attacco alle Twin Towers di New York. Quel giorno che segna e stravolge la storia muoiono 2.976 persone.

New York – Sono passati 23 anni da quando, l’11 settembre 2001, l’attentato terroristico alle Twin Towers di New York, uno dei più gravi della storia, ha ucciso quasi 3mila persone e sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero. Quel giorno si verificarono 4 attacchi terroristici pianificati da un gruppo appartenente ad al-Qaeda con l’obiettivo di colpire obiettivi sia civili che militari negli USA, come le Twin Towers a New York. In quell’occasione due aerei di linea, l’American Airlines 11 e l’United Airlines 175, vennero dirottati e fatti schiantare sulle Torri Gemelle, rispettivamente alte 417 e 415 metri, causando la morte di oltre 2900 persone. Un attentato che ha cambiato per sempre la storia e che ancora, dopo quasi un quarto di secolo, è una ferita aperta nel cuore dell’Occidente.

L’eredità di quegli attacchi è viva anche attraverso monumenti e commemorazioni. A Ground Zero, al posto delle Torri Gemelle, è stato costruito il Memoriale dell’11 settembre, un tributo alle vittime di quella tragica giornata. Ogni anno, cerimonie commemorative vengono tenute in tutto il Paese e nel mondo per ricordare le vittime e onorare i soccorritori. La mattina di 23 anni fa, 19 terroristi affiliati all’organizzazione terroristica al-Qaeda dirottarono quattro aerei commerciali statunitensi. Il loro obiettivo era colpire simboli di potere economico e militare degli Stati Uniti. Due di questi aerei, il volo American Airlines 11 e il volo United Airlines 175, furono schiantati deliberatamente contro le Torri Gemelle del World Trade Center a New York. Alle 8:46 del mattino, il volo American Airlines 11 colpì la Torre Nord, creando una massiccia esplosione.

Le immagini dell’attentato dell’11 settembre 2001

Meno di 20 minuti dopo, alle 9:03, il volo United Airlines 175 si schiantò contro la Torre Sud. Le immagini di quegli aerei che impattavano contro i grattacieli furono trasmesse in diretta televisiva, lasciando il mondo intero scioccato e impotente di fronte alla tragedia. Quasi un’ora dopo, alle 9:59, la Torre Sud crollò, seguita dalla Torre Nord alle 10:28. Entrambi i crolli generarono un’enorme nube di polvere e detriti, che ricoprì gran parte del centro di Manhattan. Migliaia di persone rimasero intrappolate nei grattacieli e nei dintorni, e molti vigili del fuoco, poliziotti e soccorritori persero la vita nel tentativo di salvare quante più persone possibile. Nel frattempo, altri due aerei dirottati stavano per colpire altri obiettivi. Il volo American Airlines 77 fu diretto contro il Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa statunitense, e si schiantò contro di esso alle 9:37, causando una distruzione significativa in una delle ali dell’edificio.

Il quarto aereo, il volo United Airlines 93, era destinato a un obiettivo a Washington D.C., probabilmente il Campidoglio o la Casa Bianca. Tuttavia, i passeggeri, dopo aver appreso attraverso telefonate delle sorti degli altri aerei dirottati, tentarono di riprendere il controllo del velivolo. L’aereo si schiantò in un campo vicino a Shanksville, in Pennsylvania, alle 10:03, evitando ulteriori perdite di vite umane a Washington. L’11 settembre 2001, in totale, persero la vita quasi 3.000 persone, tra cui cittadini di oltre 90 nazioni. La maggior parte delle vittime si trovava nelle Torri Gemelle o negli aerei dirottati. Tra queste, vi furono anche centinaia di soccorritori che risposero all’emergenza, correndo verso il pericolo per salvare vite. I danni materiali furono immensi, con interi quartieri di Manhattan distrutti o danneggiati a causa dei crolli. Gli attacchi furono orchestrati da al-Qaeda, un’organizzazione terroristica islamista fondata da Osama bin Laden.

L’attacco alle Twin Towers

La motivazione dietro questi atti terroristici era complessa e radicata in anni di tensioni geopolitiche. Bin Laden e i suoi seguaci ritenevano che gli Stati Uniti avessero un’influenza eccessiva in Medio Oriente e fossero responsabili di molte ingiustizie nella regione. Gli attacchi dell’11 settembre furono progettati come una risposta diretta alla presenza militare americana in Medio Oriente, in particolare in Arabia Saudita, e al sostegno dato da Washington a Israele. Oggi anche a Milano si terrà una cerimonia di commemorazione dell’attentato alle Torri Gemelle, che avrà luogo davanti a Palazzo Isimbardi, in Corso Monforte, 35 e durante la quale verrà deposta una corona d’alloro. Alla cerimonia parteciperà anche Thomas Edwardsen, Vice Console Generale, che porterà i saluti del Consolato degli Stati Uniti a Milano.

Quello che accadde 23 anni fa ha ancora strascichi giudiziari. Dopo quasi un quarto di secolo si è infatti chiuso nei mesi scorsi un capitolo di storia. Con un patteggiamento. Il cervello di quelle stragi, Khalid Shaikh Mohammed, e due dei suoi complici hanno accettato di dichiararsi colpevoli in cambio del carcere a vita, evitando in questo modo un processo a Guantanamo che si sarebbe potuto concludere con la condanna a morte. Un alto funzionario del Pentagono ha dato il via libera al patteggiamento di Mohammed e dei due associati, Walid bin Attach e Mustafa al-Hawsawi, detenuti da anni nella prigione americana sull’isola di Cuba. Fonti del New York Times, che per primo ha dato notizia dell’accordo, spiegano che l’intesa, raggiunta dai complici di Osama bin Laden in ben 27 mesi di negoziati, servirà a dare “un senso di chiusura e di giustizia” alle famiglie delle vittime delle stragi di Al Qaida.

Osama Bin Laden

Immediate però sono state le polemiche: il candidato repubblicano alla vicepresidenza JD Vance ha bollato come “ridicolo” il patteggiamento: “abbiamo bisogno di un presidente che uccida i terroristi, non che tratti con loro”, le sue parole. La decisione ha diviso nelle reazioni anche le famiglie delle vittime: per alcuni, timorosi di non arrivare vivi alla soluzione del caso, l’intesa ha causato un sospiro di sollievo, mentre altri parenti, che agognavano la condanna a morte, sono rimasti delusi. “Sono arrabbiata”, ha detto al Times Kathleen Vigiano, che al World Trade Center ha perso il marito Joseph e il cognato John, entrambi pompieri morti nei soccorsi: “Quei tre hanno ucciso tremila persone e c’è gente che ancora continua a morire di cancro per i veleni sprigionati dal crollo delle torri gemelle”.

Per Anthony Romero, capo della American Civil liberties Union, che rappresenta Mohammed, l’intesa invece è stata “la scelta giusta” e “l’unica soluzione pratica dopo quasi due decenni di azioni legali”. Il presidente Usa Joe Biden nell’atto in cui proclamava il 6, il 7 e l’8 settembre 2024, Giornate nazionali di preghiera e ricordo ha affermato: “Ventitré anni fa, l’11 settembre 2001, 2.977 vite preziose ci sono state strappate in un attacco malvagio alla nostra nazione. In questi giorni solenni, rinnoviamo il nostro sacro voto: non dimenticare mai. Non dimenticare mai i cari che abbiamo perso. Non dimenticare mai i primi soccorritori che sono corsi verso le macerie per salvare gli altri. Non dimenticare mai le centinaia di migliaia di patrioti che si sono arruolati per servire negli anni successivi. E non dimenticare mai che, quando un nemico ha cercato di separarci, il nostro Paese si è unito. Siamo rimasti uniti”.

Joe Biden ricorda l’11 settembre

Biden si rivolge “a tutti coloro che sono in lutto per la perdita di un figlio, genitore, coniuge, fratello, amico o collega, e a tutti coloro che portano ancora le ferite di quella mattina di settembre, so quanto può essere difficile questo periodo. Può riaprire quel buco nero nel petto, riportandoti al momento in cui hai visto le notizie o al momento in cui hai ricevuto la telefonata. Oggi e ogni giorno, la First Lady e io vi teniamo stretti al cuore”.

“Pensiamo – prosegue il presidente Usa – anche a tutte le famiglie degli americani che hanno dimostrato straordinario coraggio, altruismo e sacrificio quel giorno. Sono i pompieri, gli ufficiali di polizia e i soccorritori che si sono imbattuti nell’inferno di carburante e detriti a Ground Zero e si sono rifiutati di smettere di cercare per mesi. Sono i civili e i militari del Pentagono che si sono precipitati nella breccia infuocata per salvare i loro colleghi. Sono i passeggeri del volo 93, che hanno affrontato il terrore con assoluto coraggio. Sono gli eroi che si sono arruolati per servire e difendere la nostra patria da futuri attacchi. E includono ogni americano, dalle comunità di tutto il nostro paese, che si è fatto avanti e si è unito”.

Altre immagini dell’11 settembre

Twitter e Facebook non esistevano ancora, ma l’attentato dell’11 settembre fu uno dei primi drammi mondiali ad accadere in diretta tv. È per questo che, anche a distanza di 23 anni, alcune immagini di quel giorno rimangono impresse nella memoria di chiunque. Così come indelebili sono le foto delle persone ricoperte di polvere, la maggior parte in giacca o tailleur, con la valigetta in mano, scampate al crollo dei loro uffici. Marcy Borders viene soprannominata “Dust lady”: è morta nel 2015. Agghiaccianti e impresse nella memoria anche le immagini delle persone che si sono lanciate dalle finestre del World Trade Center: sono almeno 200 le vittime che sono morte in questo modo. I corpi che è stato possibile identificare su 2.976 morti sono stati circa 1.600.

Oriana Fallaci, che era a New York in quei giorni terribili, ha raccontato che accendendo la tv quel mattino di settembre restò attonita: Ero un pezzo di ghiaccio. Anche il mio cervello era ghiaccio. Non ricordo nemmeno se certe cose le ho viste sulla prima torre o sulla seconda. La gente che per non morire bruciata viva si buttava dalle finestre degli ottantesimi o novantesimi piani, ad esempio”. E ancora, guardando chi stava per morire: Rompevano i vetri delle finestre, le scavalcavano, si buttavano giù come ci si butta da un aereo avendo addosso il paracadute, e venivano giù così lentamente. Agitando le gambe e le braccia, nuotando nell’aria. Sì, sembravano nuotare nell’aria”.

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