Il retroscena sulla decisione di intervenire subito da parte del ministro dell’Economia: “Bisogna chiudere subito i rubinetti”.
Roma – Ieri il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, salutando i giornalisti si era lasciato andare con una battuta. Ironia amara. “Buona Pasqua. Io starò con il Superbonus, è la mia maledizione”. Una maledizione che si è trasformata in un autentico terremoto al Tesoro dopo gli ultimi dati sull’impatto della misura per i conti pubblici. Mancano 30 miliardi. Il ministro ora accusa il Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta di aver sottostimato la spesa. Così il governo cerca una “buonuscita” per lui, un cambio di incarico che però sia di peso e che sia una giusta merce di scambio per la cacciata dal Tesoro. Una grana per Giorgetti, che al di à dell’ironia deve trovare una soluzione.
Inutile nascondere l’irritazione e la tensione che ormai sono palpabili: il ministro e il ragioniere sono ai ferri corti. E la constatazione del titolare dell’Economia è una sola: “Bisogna subito chiudere i rubinetti”. Il governo Meloni ha infatti deciso di intervenire ancora una volta sul Superbonus: la nuova stretta decisa dal Cdm ha portato allo stop della cessione del credito e dello sconto in fattura. Ma il provvedimento ha diviso, per non dire spaccato la maggioranza, con Forza Italia che parla di testo da modificare in Parlamento.
Giorgetti si è reso conto che si doveva agire al più presto il 13 marzo scorso, perché i conti dello Stato stavano boccheggiando. Rischiava di saltare il banco e pure lui, che non ha voluto e non vuole mettere la firma su bilanci che intacchino la credibilità di un debitore da quasi tremila miliardi di euro. Allora è voluto subito correre ai ripari prima di una Caporetto sicura, con il decreto di martedì e la doverosa stretta sul Superbonus.
La situazione è fuori controllo per Giorgetti che in una frase racchiude tutto il senso: “Un Paese assuefatto“, assuefatto dai bonus che con le ristrutturazioni delle case degli italiani dall’ottobre del 2020 a questo mese ha verosimilmente superato quota duecento miliardi di euro.