Il sondaggio Linkedin: cercare lavoro è diventato un “tour de force”

Il processo di selezione è lungo, consta di una serie di colloqui, test attitudinali, video-curriculum, verifiche da fare a casa.

Roma – Che fatica cercare lavoro! Oggi trovare lavoro è diventato un vero e proprio… lavoro e nemmeno retribuito, anzi costa risorse in senso finanziario e fisico, al punto da essere una gran fatica. E’ un percorso talmente lungo, che quando va bene si arriva alla meta già esausti. Se il lavoro stressa, cercarlo stressa ancora di più. Linkedin, la piattaforma web professionale più diffusa nel cercare lavoro, in un sondaggio relativo all’anno scorso ha evidenziato la frustrazione di chi ha cercato lavoro. Il processo di selezione è lungo, consta di una serie di colloqui, test attitudinali, video-curriculum, verifiche da fare a casa. Spesso succede che dopo questo “tour de force” non si ha nessuna risposta o si attende molte settimane. Secondo molti candidati la fase di avvio della selezione è diventata così complessa, forse, per scoraggiare i meno convinti e dare la possibilità alle aziende di avere meno persone da valutare.

Alcuni esperti di reclutamento, invece, ritengono che le aziende tentano di registrare più candidature possibili, perché i non motivati di oggi, possono essere validi professionisti in futuro. Le selezioni sono diventate più lunghe, forse, perché vengono inserite in un database in modo da poter essere consultate e confrontabili. C’è da dire, comunque, che gli strumenti a disposizione di chi cerca lavoro sono più numerosi di prima, per cui i candidati hanno le idee molto chiare, anche se arrivano in fondo dopo aver percorso una sorta di… via crucis. Sembra una gara ad eliminazione, perché ai colloqui finali arrivano non più di 5, massimo 6 candidati su un centinaio, anche se una stima certa non è possibile. Soprattutto nelle imprese bancarie e finanziarie i colloqui finali possono essere anche sette, in quanto considerando strategico le risorse umane, è ritenuto opportuno che i manager siano in contatto con i prossimi assunti.

Questo aspetto si è accentuato dopo la pandemia e le imprese hanno deciso di valutare i candidati in base a competenze tecniche, specialistiche ma anche alla predisposizione psicosociale per stare in un gruppo di lavoro. Tematica non semplice da attuare e richiede più tempo. Alle risorse umane interessano, quindi, le motivazioni, l’ambizione, i valori e le inclinazioni per risolvere problemi complessi, perché lo scopo è l’assunzione dei migliori professionisti nel lungo periodo. A questo si aggiunge l’equilibrio tra lavoro e vita privata ritenuto prioritario dai candidati, per cui è diventato molto più difficile riuscire ad attrarre e trattenere le persone. Le aziende stanno mettendo al primo posto le risorse umane perché la loro crescita determina quella delle imprese. Il percorso è relativo alla fase di assunzione dei candidati, ma anche alla formazione e all’inserimento aziendale nel lungo periodo.

La reputazione delle aziende è diventata importante per stimolare la curiosità dei probabili candidati a proporsi, soprattutto nell’ottica dell’assunzione per un lungo periodo. Una volta c’erano le grandi imprese con le relative strutture che attraevano, oggi, al contrario, ciò che seduce è la qualità manageriale e il benessere del lavoro di gruppo. In una società complessa come l’attuale è difficile trovare la strada giusta sia a livello di selezione del personale che di modalità di candidature. Certo che più cresce la complessità della società, più complicati diventano gli strumenti per districarsi nei suoi meandri. Un fatto è certo e molto triste: ovvero il lavoro continua a perseguitare l’uomo sin dai primordi e a cui vengono sacrificate tante vite umane di cui la cronaca è ricca, purtroppo. Il fatto che nella società tecnologica per trovare lavoro bisogna compiere le fatidiche “fatiche di Ercole”, ne conferma la tendenza.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa