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Il sesso senza consenso è sempre stupro: qualcuno svegli l’Europa

Svuotata la direttiva del 2022. Ampliato l’elenco delle aggravanti per alcuni reati di genere e politici, fino ai matrimoni forzati.

Bruxelles – Il sesso senza consenso è sempre stupro. Eppure in Europa, nel 2024, non tutti i paesi convergono su questo principio: il testo definitivo della direttiva europea per contrastare la violenza di genere, approvato in queste ore, appare svuotato dei contenuti essenziali e rappresenta senza dubbio un passo indietro normativo e culturale. Qualcuno svegli l’Europa, che con questa direttiva non ha avuto nessuno scrupolo di coscienza per le tante – troppe – vittime di violenza. È stato cancellato l’articolo 5 del testo originario, quello più controverso, che conteneva la definizione di stupro come “rapporto sessuale senza consenso”.

La direttiva, che era stata proposta dalla Commissione europea l’8 marzo del 2022 in occasione della festa della donna, aveva già ricevuto l’ok del Parlamento europeo lo scorso giugno ed era al vaglio del Consiglio dell’Unione Europea. Poi l’accordo sul testo definitivo, che però non contiene molti degli avanzamenti che si erano raggiunti in due anni di negoziazioni. Non diventerà dunque (ancora) un reato definito in tutti i Paesi europei, ma contro i rapporti sessuali senza consenso esplicito verrà sviluppata una campagna di sensibilizzazione a livello comunitario.

È quanto prevede la bozza di direttiva su cui il cosiddetto trilogo – il negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue – ha trovato un accordo di compromesso. Il Consiglio, infatti, per l’opposizione di alcuni Stati Ue ha bloccato l’ipotesi di definire sempre come reato di stupro gli atti sessuali in “mancanza di consenso”. L’accordo informale raggiunto dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio comprende misure per prevenire le violenze sessuali, norme più severe sulla violenza informatica e un migliore sostegno alle vittime.

Per la prima volta ci saranno norme a livello europeo sulla criminalizzazione di alcune forme di violenza di genere e un migliore accesso alla giustizia, alla protezione e alla prevenzione. Gli Stati membri si impegnano a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che il sesso non consensuale è considerato un reato penale. La nuova normativa comprenderà inoltre un elenco più lungo di circostanze aggravanti per i reati, compresi i crimini contro una figura pubblica, un giornalista o un difensore dei diritti umani, l’intento di punire le vittime per il loro orientamento sessuale, genere, colore della pelle, religione, origine sociale o convinzioni politiche e l’intento di preservare o ripristinare “onore”, norme contro le mutilazioni genitali femminili.

Una vittima di violenza

E ancora, aggravanti per i matrimoni forzati, norme specifiche per i reati online, compreso il rilascio di materiale intimo e il cyber flashing – l’invio di immagini pornografiche o dei genitali senza consenso del ricevente -, procedure migliorate per la sicurezza e la salute delle vittime, tenendo conto della discriminazione intersettoriale e dell’accesso all’assistenza sanitaria, compresi i servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, e una migliore segnalazione e raccolta di prove da parte delle autorità. Su richiesta del Parlamento, la Commissione riferirà ogni cinque anni sull’opportunità di rivedere le norme.

Differenza Donna, associazione che in Italia gestisce il numero nazionale antiviolenza 1522 e numerosi Centri Antiviolenza e Case Rifugio, aveva lanciato una petizione su Change.org, affinché la direttiva mantenesse la definizione di stupro come “rapporto sessuale senza consenso”. Petizione nella quale si chiedeva alla Presidente Ursula von der Leyen, al Presidente del Consiglio Charles Michel e ai Capi di Governo di mantenere il testo approvato dal Parlamento Europeo e di continuare a fare della nostra Europa un territorio dove i diritti umani e i diritti delle donne non vengano messi in pericolo“.

Anche Amnesty International ha lanciato lo scorso autunno la campagna #iolochiedo. “Senza consenso è sempre stupro“, con la richiesta di modifica del Codice penale italiano. Attualmente, infatti, nel nostro ordinamento l’articolo 609-bis punisce solo chi “con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”. E invece nei casi di stupro non sempre viene esercitata un’esplicita violenza fisica. Da Amnesty International Italia sottolineano che per gli atti sessuali deve esserci sempre un consenso. Esplicito o almeno ben desumibile da un’attiva partecipazione. Se invece una donna dice “no” o resta paralizzata o mostra di non gradire è evidente che il consenso non c’è. E quindi chi continua in quell’atto sessuale sta compiendo uno stupro che deve essere punito come tale.

Alcuni Paesi hanno già modificato le loro normative in questo senso, come ad esempio la Spagna con la leggeSolo sí es sí” nel 2022. Altrettanto hanno fatto la Svizzera e i Paesi Bassi la scorsa estate. Più in generale il consenso esplicito è previsto in 17 nazioni sulle 46 che fanno parte del Consiglio d’Europa. Non ancora, però, in Italia.

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