Lo sfogo di papà Vittorio: “È una questione di cultura, che è sbagliata: bisogna cominciare dall’inizio, da quando sono piccoli a fargli capire e a dire che le donne non vanno trattate così”.
Bergamo – Ha trasformato il dolore e la rabbia che da tre giorni lo tormentano, in un accorato ma lucido appello perché le cose cambino davvero, perché nessun altro debba sprofondare in un buio così assoluto come quello che avvolge un padre che ha appena perso la figlia.
Vittorio Centelleghe il padre di Sara, la 18enne uccisa a coltellate la notte tra venerdì e sabato nella sua casa di Costa Volpino, nella Bergamasca, è stato raggiunto al telefono da “Storie Italiane” e si è chiesto il perché di così tanta e cieca violenza: “Bisogna fare qualcosa, è ora di finirla, non può sempre andare avanti così, non possono sempre passarla liscia. È una questione di cultura, che è sbagliata: bisogna cominciare dall’inizio, da quando sono piccoli a fargli capire e a dire che le donne non vanno trattate così. Ormai è all’ordine del giorno che viene uccisa una ragazza, una donna, senza motivo. Per niente. Perché? Sara è morta per cosa? Mia figlia per cosa è morta? Io mi chiedo questo: perché?”, ha ripetuto Vittorio senza trovare pace.
Poi lo sfogo è proseguito: “Non c’è niente che mi possa ridare Sara. Non è solo violenza, ormai si uccide così, per il gusto di uccidere, secondo me, ed è impossibile. Mia figlia non aveva fatto niente era lì che stava studiando col pigiama di Hello Kitty con una sua amica, ha presente cosa vuol dire per me? Mi ha strappato il cuore. Io ho cercato di fare tutto per lei, aveva appena fatto la patente e voleva fare l’università. Lo meritava, ero felice, ero orgogliosissimo di mia figlia poi vedi che ti capitano queste cose qua e ti cade il mondo.”
A toglierle la vita a Sara è stato il 19enne Jashandeep Badhan, il ragazzo di origine indiana che viveva nel palazzo vicino. Ora si trova in carcere, in attesa di essere interrogato per chiarire le circostanze e il movente del delitto, al momento sconosciuto.