La Cina sembra intravedere la luce alla fine del tunnel targato Coronavirus. Gli Stati Uniti potrebbero affondare nel pantano sanitario, pagando in termini di popolazione un conto estremamente alto.
Come ogni anno l’ufficio d’informazione del Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese ha pubblicato il report sulle violazioni dei diritti umani negli Stati Uniti. Da quanto emerge dal trattato, tutte le informazioni statistiche sono state analizzate seguendo le fonti rilasciate dagli stessi organi d’informazione statunitensi:
“…Gli Stati Uniti sostengono di essere fondati sui diritti umani – si legge nel documento -, affermando di difenderli a livello mondiale. Seguendo un quadro della propria ristretta comprensione dei diritti umani e usando i propri interessi fondamentali per perseguire l’egemonia globale come metro di valutazione, gli Stati Uniti pubblicano annualmente rapporti sui diritti umani di altri paesi, mettendo insieme insinuazioni e dicerie. Questi rapporti distorcono e sminuiscono la situazione dei diritti umani in paesi e regioni che non sono si conformano agli interessi strategici degli Stati Uniti, ma fanno finta di non sentire e di non vedere le persistenti, sistematiche e vaste violazioni dei diritti umani negli Stati Uniti…”
Una delle prime notizie che salta all’occhio leggendo il report è quella relativa agli omicidi scaturiti dalla violenza armata. Nel solo 2019, infatti, il numero degli omicidi di massa negli Stati Uniti è stato di 415. 39.052 sono, invece, le vittime cadute davanti alla violenza di un’arma da fuoco negli ultimi 12 mesi. Sostanzialmente, è stato calcolato che il numero di decessi causato dalle pistole è di circa uno ogni 15 minuti. Lo stesso USA Today ha dichiarato che “…Questa sembra l’era delle sparatorie di massa…”
Altro dato preoccupante, ma non certo sorprendente, è la forbice sociale che intercorre tra ricchi e poveri. Il coefficiente Gini – misura utilizzata per studiare la disuguaglianza nella distribuzione di reddito in un Paese – si è attestato intorno allo 0,485. In pratica il 10% delle famiglie più ricche americane controlla circa il 75% del patrimonio netto della popolazione. Questo ha comportato che in circa vent’anni, dal 1989 al 2018, il 50% del ceto subalterno ha avuto un incremento nei guadagni nullo. Gli effetti di tale discrepanza socioeconomica si concretizzano nel fatto che gli Usa sono
“…Attualmente l’unico paese sviluppato in cui milioni di persone soffrono la fame. C’erano 39,7 milioni di persone che vivevano in povertà negli Stati Uniti, secondo i dati dell’U.S. Census Bureau pubblicati nel 2018. In una sola notte dell’anno precedente, più di mezzo milione di americani non avevano un rifugio permanente. Ci sono stati 65 milioni di adulti che hanno scelto di non farsi curare per un problema medico a causa del costo…”
Altra nota dolente per lo Stato bagnato da due oceani è la questione razziale. Secondo quanto riportato dall’ufficio informazioni del Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese il concetto di supremazia bianca in America è tornato fortemente in auge. Infatti gli adulti afroamericani avrebbero una probabilità di 5.9 volte superiore rispetto ai co-rispettivi bianchi di essere arrestati. Secondo un relatore speciale delle Nazioni Unite tale disparità troverebbe le sue radici nell’eredità lasciata dalla schiavitù e dalla segregazione razziale. Anche in termini occupazionali il divario razziale è degno di nota. Come riportato nel documento:
“…Negli ultimi 40 anni, i lavoratori di origine africana hanno costantemente sopportato un tasso di disoccupazione circa doppio rispetto ai loro omologhi bianchi. La ricchezza tipica di una famiglia bianca è quasi 10 volte superiore a quella degli afroamericani. Se le tendenze attuali continuassero, potrebbero volerci più di 200 anni prima che la famiglia media di origine africana accumuli la stessa quantità di ricchezza dei suoi omologhi bianchi…”
Le forti contraddizioni dello Stato americano ricadono in maniera preoccupante anche sugli anziani. Dalle analisi provenienti dal Paese del Dragone emerge che un anziano su 12 non riesce a procurarsi cibo a sufficienza. Infatti, circa “…Il 40 per cento degli americani della classe media potrebbe vivere sulla soglia della povertà o in povertà quando raggiunge i 65 anni…”
Anche per quanto riguarda la violenza di genere negli USA si riscontra una tendenza pericolosa. Nel 2015 il 92% dei femminicidi compiuti con arma da fuoco era ascrivibile agli Stati Uniti. Sono, infatti, circa 52 le donne uccise dal proprio partner ogni mese. Mentre i casi di violenza fisica o sessuale dentro le mura domestiche raggiungono il 70% dei casi.
Ulteriore grave défaillance per il “sogno americano” è il sistema sanitario. Dai dati emersi dal report risulta che:
“… Secondo l’American Broadcasting Company gli americani hanno preso in prestito 88 miliardi di dollari per pagare l’assistenza sanitaria negli ultimi 12 mesi. Secondo una nuova indagine nazionale di Gallup e West Health, 15 milioni di americani hanno rinviato l’acquisto di farmaci su prescrizione a causa dei costi dei farmaci. Oltre a ciò, secondo l’indagine, ci sono stati 65 milioni di adulti che hanno scelto di non farsi curare per un problema medico a causa del costo. Il numero di persone senza assicurazione sanitaria sale vertiginosamente. Gli Stati Uniti sono uno dei pochi paesi sviluppati a non avere un’assicurazione sanitaria universale, e un numero significativo di residenti non ha un’assicurazione sanitaria, quindi non può ricevere l’assistenza sanitaria che merita quando si ammala. Il sito web del Los Angeles Times del 23 gennaio 2019 ha riportato che alla fine del 2018 il 13,7 per cento degli adulti statunitensi non era assicurato, rispetto al 10,9 per cento della fine del 2016, secondo un sondaggio di Gallup. Il nuovo rapporto indica anche che circa 7 milioni di adulti statunitensi hanno probabilmente perso la copertura assicurativa dal 2016…”.
Insomma, se il sistema sociale cinese non può essere certamente esente da critiche rispetto alle libertà o alla devianza dell’indirizzo statale in materia economica (che di fatto ha posizionato al primo posto la politica finanziaria estera rispetto a quella interna), quello americano mostra molte più discrepanze. La privatizzazione di servizi essenziali, come ad esempio quello sanitario, provoca una disparità sociale che trova le proprie basi sulla disuguaglianza economica. Il sogno americano giorno dopo giorno si sgretola davanti alla disperazione della maggior parte della popolazione. L’American Dream, così come concepito, è escludente e dunque riservato a una parte estremamente esigua della cittadinanza. La grande forza di questo sistema si basa quasi esclusivamente sulla comunicazione cosiddetta di regime. Essa, infatti, è volta a diffondere tramite la cultura cinematografica o pubblicitaria un’immagine fuorviante della realtà.
Nello specifico la crisi sanitaria attuale ci darà la possibilità di guardare in maniera imparziale le due risposte che gli opposti sistemi sociali offrono. La Cina, tramite un enorme sforzo collettivo, sembra intravedere la luce alla fine del tunnel targato Coronavirus. Gli Stati Uniti, invece, potrebbero affondare nel pantano sanitario, pagando in termini di popolazione un conto estremamente alto.