osa fanno i luminari della dietologia per decidere se darvi una dieta da 1200 o da 1400 calorie? Valutano il vostro metabolismo basale che definiscono come ‘La quantità di calorie utilizzate da un soggetto a digiuno, in assoluto riposo, in funzione del consumo di ossigeno all’ora’.
Cosa fanno i luminari della dietologia per decidere se darvi una dieta da 1200 o da 1400 calorie? Valutano il vostro metabolismo basale che definiscono come ‘La quantità di calorie utilizzate da un soggetto a digiuno, in assoluto riposo, in funzione del consumo di ossigeno all’ora’. Prendiamo il caso di un individuo il cui metabolismo basale sia di 1700 calorie, facendo una dieta di 1200 calorie, e magari anche un po’ di attività fisica, la differenza tra le calorie assunte e quelle bruciate dovrebbe innescare, a loro dire, il dimagrimento. Concetto alquanto demenziale perché, applicandolo, la maggior parte delle persone non dimagrisce. La giustificazione sta nel dire “Hai un metabolismo lento!”. Quella del concetto di metabolismo lento e metabolismo veloce è un’altra fesseria che vi spiegherò in uno dei miei prossimi articoli.
La caloria applicata all’alimentazione è una bufala! Misura il calore sviluppato dal cibo quando brucia a cielo aperto, ma noi non siamo delle stufe! Noi non bruciamo il cibo, non si innesca nessuna combustione nelle nostre cellule!
Questi soloni, partendo dal ragionamento per cui nell’organismo sono presenti principalmente meccanismi ossidativi e ogni reazione che produce energia dipende dal consumo di ossigeno, calcolano il metabolismo basale dell’individuo misurando il consumo di ossigeno all’ora. Poi moltiplicano il dato rilevato prima per 24 ore e poi per 8, dove 8 sono le calorie prodotte all’interno della bomba calorimetrica da 1 litro di ossigeno. Proprio come se si trattasse di una combustione. Che assurdità.
Dagli esperimenti di Max Rubner o Filippo Bottazzi, ai quali si deve la definizione di metabolismo basale nei primi anni del ‘900, ad oggi è passato un secolo ma non è cambiato nulla. L’operazione di comodo è stata equiparare l’energia chimica dell’alimento all’energia termica onde poterla facilmente misurare. Nessuno prima di me ha preso in considerazione l’effetto biochimico del cibo, a prescindere dall’energia sia chimica che termica, come si fa normalmente con il farmaco: infatti nel farmaco non si calcolano le calorie. Vi faccio riflettere: è risaputo che se assumete cortisone c’è un aumento in peso dai 3 ai 5 Kg in una settimana. La domanda allora è: quante calorie sviluppa il cortisone? Quasi nessuna perché il calcolo calorico del cortisone è infinitesimale, eppure fa ingrassare. Questa è una delle tante dimostrazioni che non c’è nessun rapporto tra calorie e aumento di peso. Ma va considerato l’effetto biochimico del cortisone. L’aspetto paradossale risiede nel fatto che negli ultimi 100 anni di studi e ricerche mediche e scientifiche sul campo non sono state fatte correzioni o passi avanti. Gli assunti e assurdi sono rimasti gli stessi, uguali e spaventosamente errati. Troppo orgogliosi o inetti per dare un colpo di spugna a un secolo di castronerie che ruotano attorno al concetto di caloria e metabolismo basale, dietologi, nutrizionisti, medici e professori insistono tuttora nel calcolare il metabolismo basale per poi rifilarci la solita dieta da 1200 calorie con 70 grammi di pasta e insalata condita con 4 gocce d’olio con il contagocce in regalo.
Ricordo a tutti che il mondo della termodinamica e il mondo animale sono diversi, il primo regolato da leggi fisiche e termodinamiche, il secondo da leggi biochimiche.
È errato e fuorviante parlare di metabolismo basale. Vi faccio presente che il metabolismo è la risultante di centinaia di reazioni chimiche, ognuna con velocità e caratteristiche proprie, funzione di un’infinità di variabili, (pH, presenza di enzimi e coenzimi, influenze ormonali, ecc.), non lo possiamo misurare con un termometro, con l’unità di misura per l’energia termica, ovvero la caloria. Questa semplificazione fa comodo ai dietologi e ai nutrizionisti per pontificare.
Io vi metto di fronte a un fatto: da 20 anni, senza mai prendere in considerazione il metabolismo basale e le calorie, ottengo sempre risultati concreti su persone di 90 o di 16 anni, maschi o femmine, sedentari o iperattivi. Ho sempre visto persone che, con il mio metodo educativo alimentare in chiave biochimica (Filosofia Alimentare) perdono peso velocemente mangiando a sazietà, usando olio e burro in quantità, in perfetta salute, senza calcolare dosi e calorie, alla faccia della quantificazione astrusa del loro metabolismo basale, concetto farlocco. A prescindere dai loro metabolismi basali perdono 10 chili di ciccia in un mese, e ho detto ciccia, non acqua!
Che vi piaccia o no, io sono il primo e unico al mondo che è riuscito a mettere in discussione l’uso delle calorie in dietologia e a dimostrare, con il ragionamento scientifico e con risultati clamorosi sul campo (25mila ex ciccioni in 20 anni), che l’uso delle calorie in dietologia è un colossale imbroglio dovuto, in primo luogo, all’ignoranza degli studiosi della dietologia e, in secondo luogo, alle scelte delle industrie farmaceutiche e non. Non ho solo il sospetto, ho la certezza che il Sistema non voglia risolvere definitivamente il problema dell’obesità, per ovvie ragioni di business. Fate un giro in rete o entrate in una qualsiasi farmacia e guardatevi attorno: pubblicizzano l’ultimo ritrovato dimagrante, quello per ridurre l’assorbimento dei grassi, quello anticellulite, la nuova pillola bloccafame, l’integratore miracoloso per accelerare il metabolismo, ecc.
Il ciccione è una fonte di business per il Sistema, per il quale non è conveniente finanziare la ricerca per sconfiggere l’obesità e dimostrare al mondo che le calorie non c’entrano nulla. Con tutto quello che l’alimentazione comporta in campo patologico, significherebbe sconfiggere l’ipertensione, il diabete di tipo 2, la bulimia e rovinare così un mercato molto molto molto redditizio.