Il giuslavorista Paone “regista” dell’intesa su Termini Imerese, salvi 540 lavoratori

L’accordo è stato raggiunto tra la Regione Sicilia, il ministero dello Sviluppo Economico, l’Inps, i sindacati e l’azienda Pelligra.

Roma – È Alessandro Paone, l’avvocato giuslavorista di Blutec il “regista” della soluzione del caso Termini Imerese: “Dopo 15 anni si è messa la parola fine ad una delle più complicate e rilevanti crisi industriali del nostro paese. Quella di Termini Imerese – afferma il legale dell’azienda – è una vertenza ai massimi livelli sul piano della difficoltà tecnica e della delicatezza sindacale, qualunque errore può provocare una precipitazione degli eventi rovesciando tutto il territorio nella irrecuperabilità industriale e nella povertà quasi 600 famiglie”. Paone spiega di aver “dialogato intensamente giorno e notte con tutti gli attori coinvolti cercando di identificare le soluzioni sostenibili capaci di risolvere il problema senza lasciare indietro nessuno”.

Oggi il sito industriale sarà rilevato da Pelligra che assumerà 350 dipendenti, riqualificandoli, mentre le restanti 190 risorse saranno accompagnate alla pensione grazie a risorse straordinarie stanziate dalla Regione Sicilia. Il giuslavorista conclude: “E’ una intesa storica, unica in Italia nel suo genere e che dimostra come il dialogo e la negoziazione sindacale siano gli strumenti più utili per risolvere crisi industriali  all’apparenza insormontabili. E’ doveroso esprimere apprezzamento per la Regione Sicilia, che ha messo in campo risorse davvero eccezionali, i Ministeri coinvolti per il sostegno ma soprattutto per i sindacati, con i quali è stato fatto un lavoro congiunto oggettivamente unico, fondato sulla fiducia e sul confronto franco e trasparenze, nell’interesse di un obiettivo comune che oggi abbiamo pienamente centrato”.

Lo stabilimento della Blutec di Termini Imerese

L’accordo quadro per la salvaguardia dei lavoratori ex Blutec e il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese è stato raggiunto tra la Regione Sicilia, il ministero dello Sviluppo Economico, l’Inps, le principali organizzazioni sindacali e l’azienda Pelligra, che si è impegnata a guidare il processo di reindustrializzazione del sito. Il ministro Adolfo Urso ha parlato di “svolta storica”, sottolineando che “si sono messi in salvo tutti i 540 lavoratori”. L’accordo quadro – condiviso da ministero, Regione, Inps e sindacati – avvia di fatto la fase di rilancio della fabbrica ceduta con un a gara pubblica nei mesi scorsi alla Pelligra Italia dai commissari straordinari che hanno gestito l’area industriale per cinque anni dopo l’arresto del patron di Blutec Roberto Ginatta che aveva rilevato lo stabilimento nel 2015 per la cifra simbolica di 1 euro per poi mettere le mani su 16,5 milioni di fondi pubblici.

Una vertenza lunga 13 anni con gli operai in perenne cassa integrazione e un intero comprensorio che adesso sogna la ripresa dopo la profonda crisi seguita alla scelta della Fiat di Sergio Marchionne di abbandonare la fabbrica nel 2011. Per il presidente siciliano “fondamentale è stata la riprogrammazione del piano per l’occupabilità in Sicilia, approvata nel corso dell’ultima giunta, che destina 30 milioni di euro del Fondo sociale europeo per la chiusura della vertenza; risorse che saranno utilizzate per l’accompagnamento all’esodo di quanti non transiteranno nel gruppo Pelligra e per la riqualificazione dei 350 lavoratori che saranno, invece, impiegati nello stabilimento”.

Renato Schifani

Soddisfatti i sindacati. “È un ottimo risultato perché abbiamo sempre sostenuto la necessità di non lasciare solo nessuno; si chiude una vertenza tra le più lunghe e complicate nella storia delle crisi aziendali”, dicono Samuele Lodi, coordinatore nazionale Fiom-Cgil settore mobilità, e Roberto Mastrosimone della Fiom nazionale. “Finalmente è possibile attuare il percorso che auspicavamo”, aggiungono Marco Giglio, coordinatore della Fim Cisl nazionale, e Antonio Nobile, segretario generale Fim Palermo-Trapani.

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