La Procura di Roma ha aperto un fascicolo dopo la denuncia di alcune associazioni; giorni fa la contestazione di peculato e truffa.
Roma – Nei giorni scorsi l’indagine per peculato e truffa, oggi per istigazione all’odio razziale. Non c’è pace per Roberto Vannacci. Il generale dell’esercito è infatti ora indagato a Roma in relazione ad alcune affermazioni che compaiono nel suo libro “Il mondo al contrario”. Nei suoi confronti viene contestato il reato di istigazione all’odio razziale. Il procedimento sarebbe stato avviato dopo alcune denunce presentate nelle scorse settimane dalle associazioni. Ma perché tutto questo accanimento nei confronti di Vannacci? I malpensanti potrebbero dire che è l’ennesimo colpo dato al leader della Lega Matteo Salvini, dopo il caso Solinas e il no al terzo mandato per i governatori che di fatto fa fuori Luca Zaia. Sì perché Vannacci sarebbe il candidato di punta del Carroccio per le Europee.
Se così non fosse, ci si interroga sul perché di un simile accanimento giudiziario. Lui va avanti e tira dritto. “Sono sereno e vado avanti senza preoccupazioni. Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno espresso fiducia e vicinanza nei miei confronti”. La Lega poi ci mette il carico: “Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!”. La nuova indagine riguarda i contenuti del suo libro “Il mondo al contrario”: 373 pagine in cui il generale parla dell’idea che minoranze organizzate stiano sovvertendo tutto ciò che la maggioranza considera e considerava normalità.
Tra le associazioni che lo hanno preso di mira e che hanno presentato gli esposti in Procura a Roma, tanto da far aprire un’indagine, il mondo che ruota attorno ai migranti e alla comunità Lgbtq. Infatti all’uscita del libro erano scese sul piede di guerra considerando le parole di Vannacci offensive. Eppure l’ufficiale dell’esercito si era limitato a scrivere che la “normalità è rappresentata dall’accoppiamento tra maschi e femmine e che la famiglia è costituita da un maschio e una femmina”. Vannacci non ha contestato i diritti dei gay recentemente acquisiti, come le unioni civili, bensì la pretesa di essere riconosciuti in tutto e per tutto come gli eterosessuali.
Prima dell’indagine di oggi, la notizia giorni fa dell’ispezione ministeriale sull’alto ufficiale chiusa con almeno tre contestazioni: indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all’auto di servizio non autorizzate, rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà non sarebbero stati organizzati. L’indagine avviata nei suoi confronti dalla Procura Militare per peculato ora passa alla magistratura.
L’ispezione effettuata per ordine dello Stato maggiore della Difesa, durata dieci giorni, riguarda il periodo in cui ha ricoperto l’incarico di addetto militare a Mosca. Un incarico ottenuto il 7 febbraio del 2021 e terminato il 18 maggio 2022, quando Mosca decretò l’espulsione di 24 tra diplomatici ed esperti militari italiani per rispondere a un’analoga mossa del governo guidato da Mario Draghi che aveva preso la decisione di mandare via dall’Italia trenta fedelissimi di Vladimir Putin.