Maggiore possibilità di insuccesso nella fecondazione assistita per le donne fumatrici. L’appello di IVI nella Giornata Mondiale Senza Tabacco.
Il 31 maggio si celebra la Giornata Mondiale Senza Tabacco, iniziativa voluta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per riflettere sull’impatto nocivo che il fumo può avere sulla salute. IVI, istituto internazionale specializzato in riproduzione assistita, approfitta di questa giornata per invitare le donne che aspettano un bimbo e quelle che lo stanno cercando a spegnere subito la sigaretta e ad avere un corretto stile di vita per salvaguardare la propria fertilità.
“Nelle coppie alla ricerca di una gravidanza, consigliamo vivamente di smettere di fumare, sia per l’uomo che per la donna perché può ritardare fino a 12 mesi il concepimento di un bambino – dichiara la dottoressa Daniela Galliano, specialista in Ostetricia, Ginecologia e Medicina della Riproduzione, responsabile del centro PMA IVI di Roma – La coppia che smette di fumare, già dopo 3/ 6 mesi di tempo può tranquillamente ritornare ai normali livelli di fertilità. Accendere una sigaretta significa ridurre anche la possibilità di successo della Procreazione Medicalmente Assistita, poiché può far diminuire il tasso di successo dei trattamenti fino al 34%. In particolare, nelle fumatrici si assiste alla diminuzione della riserva ovarica, minore risposta ovarica alla stimolazione, ridotto numero di ovociti recuperati e fecondati e tassi più bassi di gravidanza rispetto alle donne che non fumano”
Molti, quindi, gli effetti del consumo di nicotina sulla fertilità femminile: da problemi di ovulazione e danni a ovaie e a ovociti, fino a menopausa precoce e aumento del rischio di cancro. Inoltre, gli effetti del fumo sono molto pesanti anche sulla gravidanza e sul benessere del neonato: numerosi studi dimostrano come il fumo sia associato ad un aumento delle percentuali di aborti spontanei, nascite premature, rischio di gravidanza multipla, e basso peso del nascituro, che può andare incontro più facilmente al rischio di morbilità e mortalità correlate.
La prassi di non fumare prima della gravidanza non dovrebbe coinvolgere soltanto le donne, ma anche gli uomini.
“La funzionalità dell’apparato riproduttivo maschile – conclude la Dottoressa Galliano – può subire importanti alterazioni in seguito all’esposizione alle sostanze chimiche contenute nelle sigarette, che sono in grado di superare la barriera emato-testicolare. In particolare, è stato evidenziato come il fumo possa determinare delle alterazioni del volume dell’eiaculato, della concentrazione, della motilità e della morfologia nemaspermica. La combustione del tabacco, infatti, genera composti chimici in grado di danneggiare il DNA spermatico. Il rapporto fra sigarette fumate e produzione di spermatozoi è inversamente proporzionale: maggiore è il numero delle sigarette, minore sarà il numero di spermatozoi prodotti. Secondo recenti stime nei fumatori accaniti il calo degli spermatozoi è pari al 22%. La decisione di non fumare prima della gravidanza, da questo punto di vista, può comportare un miglioramento sia dell’integrità seminale, sia contrastare un’altra problematica come la disfunzione erettile direttamente collegata con il tabagismo. Inoltre, non dobbiamo dimenticare il recente studio cinese che ha indagato i potenziali danni per le donne in gravidanza se il proprio compagno è un fumatore. Lo studio “Parental smoking and the risk of congenital heart defects in offspring: An updated meta-analysis of observational studies” ha infatti messo in luce come il nascituro possa soffrire di difetti cardiaci qualora il papà accenda una sigaretta accanto alla propria compagna durante la gravidanza“.
Il Ministero della Salute ha evidenziato come il fumo passivo possa avere un impatto addirittura intergenerazionale: per esempio, nipoti di donne che hanno fumato durante la gravidanza hanno maggiori probabilità di sviluppare l’asma. I bambini esposti al fumo passivo sono più a rischio di bronchiolite, polmonite e altre infezioni respiratorie.
A rischio non solo i fumatori tradizionali ma anche i nuovi consumatori di sigarette elettroniche, convinti, erroneamente, che i vapers facciano meno male. Nonostante contengano una minore quantità di sostanze tossiche rispetto a quelle tradizionali, possono comunque influenzare lo stato della fertilità, interferendo con l’ovulazione, causando una diminuzione dell’attività ovulatoria e accelerando la perdita di ovociti, influenzati nella qualità. Inoltre, nel caso di donne incinte che continuano ad utilizzare le sigarette elettroniche, vi è un aumentato rischio di complicanze, come parto prematuro o basso peso alla nascita.
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