Si moltiplicano le iniziative della Comunità, con i consueti pranzi, e eventi di incontro. Uno sguardo particolare all’emergenza carcere.
Roma – C’è il Ferragosto dei ricchi, sugli yacht e nelle dimore di lusso, quello della gente comune in vacanza da Nord a Sud in Italia e nelle mete estere, e c’è il 15 agosto dei poveri. Emarginati, senza fissa dimora, anziani e rifugiati. In un tempo segnato da troppe guerre, si moltiplicano le iniziative della Comunità di Sant’Egidio in diverse città italiane. A Roma tradizionale pranzo nella mensa di via Dandolo e cocomerate nelle carceri di Rebibbia e Regina Coeli il 14 e 15 agosto. Chi è fragile, sente di più non solo il caldo, ma soprattutto la solitudine. Per Sant’Egidio sarà un “Ferragosto della solidarietà”, pieno di appuntamenti che rappresentano una risposta all’abbandono, all’aumento del costo della vita e alla rassegnazione di tanti.
Il 15 agosto ha visto il moltiplicarsi quest’anno i momenti di incontro e i pranzi, coronati dalla tradizionale cocomerata, a Roma e in altre città italiane, per gli amici di sempre: anziani soli, persone senza dimora, migranti, alcuni dei quali giunti con i corridoi umanitari e ormai integrati. Sono stati loro, anzi, ad aiutare i nuovi arrivati: tra i volontari anche alcune donne ucraine e alcuni afghani a tre anni esatti dalla grande fuga di Kabul che cominciò proprio il 15 agosto del 2021.
Nella capitale l’appuntamento per il tradizionale pranzo di Ferragosto è stato alle 12, alla mensa di via Dandolo 10. Ma il “Ferragosto della solidarietà” viene vissuto anche nei numerosi cohousing e convivenze realizzati da Sant’Egidio con anziani, persone con disabilità, ex senza fissa dimora e nei centri presenti in diversi quartieri della città. Come la festa che si è svolta ieri alle 17, nella “Casa dell’Amicizia”, a piazza dei Consoli 17, con tanti nuclei familiari, soprattutto italiani, che ogni settimana ricevono pacchi alimentari e aiuti contro il carovita.
Eventi particolarmente sentiti, per le condizioni difficili degli istituti penitenziari italiani, le cocomerate nella Casa circondariale di Rebibbia: ieri nel complesso femminile e oggi nel Nuovo Complesso maschile, che hanno coinvolto tutti i detenuti presenti. A queste iniziative si è aggiunta per oggi, la distribuzione di 500 kg di cocomero per tutti i detenuti di Regina Coeli. La capacità della Comunità di Sant’Egidio di mobilitare risorse e volontari è evidente in ogni angolo del paese. La collaborazione di rifugiati e migranti, come alcune donne ucraine e afghane che ora vivono in Italia, dimostra come le varie comunità possano unirsi per creare un ambiente di supporto e accoglienza. Questi eventi non solo forniscono aiuti materiali, ma offrono anche un senso di appartenenza e comunità, un importante antidoto contro la rassegnazione e l’abbandono.
L’emergenza carceri quest’anno si fa sentire in maniera impellente, con i tanti suicidi dietro le sbarre. Le ferie, con la conseguente sospensione delle attività e la riduzione del personale, di per sé insufficiente, aggravano notevolmente le già difficili condizioni di vita all’interno delle carceri durante i mesi estivi, rendendo particolarmente pesante il periodo intorno a Ferragosto. Mons. Marco Fibbi, coordinatore dei cappellani del polo penitenziario di Rebibbia, ritiene fondamentale ricordare anzitutto che gli istituti penitenziari non devono essere associati esclusivamente a luoghi di detenzione per scontare una pena. Possono anche diventare ambienti in cui promuovere la crescita personale e culturale.
“Tutte le iniziative in questo senso sono preziose per facilitare il reinserimento sociale dei detenuti – afferma –, ma non c’è dubbio che periodi come l’estate e le festività in generale possono accentuare il senso di isolamento all’interno delle mura carcerarie, rendendo le giornate molto tristi”. Ecco allora che per sfuggire alla solitudine e alleviare il gran caldo anche quest’anno una cinquantina di volontari della Comunità di Sant’Egidio saranno nelle case circondariali di Roma per la tradizionale “cocomerata solidale”. Circa tremila cocomeri sono stati distribuiti tra ieri e oggi nel carcere di Rebibbia femminile, Rebibbia Nuovo Complesso e Regina Coeli.
L’estate carceraria 2024 è inoltre caratterizzata dal nuovo decreto carceri diventato legge e promulgato la scorsa settimana dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un provvedimento normativo con il quale “si gira intorno al problema senza affrontarlo”, riflette mons. Fibbi. La situazione è grave e i numeri sono impressionanti. Dall’inizio dell’anno sono oltre 60 i detenuti che si sono tolti la vita negli istituti penitenziari. A questi poi vanno aggiunti i sette agenti della polizia penitenziaria che si sono suicidati.