Nonostante l’ipotesi ufficiale del suicidio, restano interrogativi irrisolti sulla morte della giovane magistrata. Un gesto inspiegabile, senza segnali apparenti, che continua a sollevare domande nel mondo della giustizia.
Lecco – Il 1° giugno 2020 inizia come un lunedì qualunque alla Procura di Lecco ma l’assenza ingiustificata del sostituto procuratore Laura Siani desta subito preoccupazione tra i colleghi. La magistrata, nota per la sua puntualità e dedizione al lavoro, non si presenta in ufficio e non risponde alle chiamate telefoniche. Un comportamento del tutto insolito per una professionista che aveva sempre dimostrato estrema serietà e affidabilità nel suo incarico.
La sera stessa, il collega Paolo del Grosso si reca nell’appartamento di Laura Siani in via Cavour a Lecco. “Tramite i condomini e i proprietari dell’abitazione, sono riuscito dopo vari tentativi a entrare in casa sua da una porta finestra”, racconta il magistrato.
Il corpo del sostituto procuratore Laura Siani, 44 anni, viene trovato impiccato. La scoperta scuote profondamente l’intera Procura di Lecco e il mondo della magistratura italiana.
Le prime indagini
Sul posto intervengono immediatamente i Carabinieri del Comando provinciale di Lecco insieme al procuratore capo Antonio Chiappani, che da poco è passato a dirigere la Procura di Bergamo, e ai sostituti Andrea Figoni e Giulia Angeleri. Fin dai primi rilievi, l’ipotesi più plausibile sembra essere quella di un gesto volontario.
Gli inquirenti non si sbilanciano subito sulle modalità precise del decesso ma dalle prime ricostruzioni emerge un quadro che non lascia spazio a ipotesi diverse da quella del gesto estremo.
Il profilo della vittima
Laura Siani, classe 1976, originaria di Sesto San Giovanni (Milano), era sorella dell’ex sindaco mandellese Giorgio Siani. Era figlia del noto musicista Dino Siani, scomparso nel 2017. Per diversi anni era stata sposata con il procuratore Napoleone, oggi capo della procura di Pavia, lo stesso che ha riaperto il caso del delitto di Garlasco.

Sulle sponde del lago era approdata solo a marzo. La sua carriera nella magistratura era stata caratterizzata da incarichi di rilievo: aveva lavorato a inchieste importanti come quella che aveva portato all’arresto del sindaco di Lodi Simone Uggetti. Aveva prestato servizio anche a Palermo occupandosi di antimafia.
Gli ultimi giorni
L’ultima volta che Laura Siani è stata vista, il venerdì precedente alla morte, partecipava alla festa per il pensionamento della segretaria del collega. In quell’occasione non aveva mostrato segni particolari di malessere. Anzi, secondo le testimonianze raccolte, era apparsa come sempre, persino di buon umore.
Particolarmente significativo è un dettaglio emerso dalle indagini: la magistrata si era offerta di sostituire il collega Figoni durante i giorni del ponte del 2 giugno, per consentirgli di fare un periodo di riposo. Un gesto di disponibilità che rendeva ancora più incomprensibile quanto sarebbe accaduto di lì a poco.
Il martedì successivo, Laura Siani avrebbe dovuto partecipare all’udienza preliminare per il crollo del ponte di Annone, che si è poi svolta nell’auditorium della Camera di commercio per garantire il distanziamento, con un minuto di silenzio per ricordarla.
Le reazioni
All’epoca dei fatti la morte di Laura Siani ha provocato un’ondata di commozione nel mondo della magistratura. Il procuratore capo di Lodi Domenico Chiaro ha dichiarato: “Sono senza parole, è per me un fatto scioccante”.

Paolo Del Grosso, il collega che l’ha trovata, l’aveva ricordata come “una collega brava, molto disponibile e molto attaccata al lavoro, che ha lasciato un dolore irreparabile”.
Le questioni irrisolte
Nonostante le indagini abbiano confermato l’ipotesi del suicidio, rimangono molti interrogativi sulla tragedia. Le modalità di rinvenimento del cadavere fanno ipotizzare un suicidio e non ci sarebbe motivo di pensare a motivazioni che non siano strettamente personali.
Le indagini hanno concluso per l’ipotesi del gesto volontario, senza evidenze di coinvolgimento di terzi. Il caso si è chiuso senza ulteriori sviluppi investigativi ma l’appuntamento dal parrucchiere poco prima di morire e la disponibilità offerta al collega per sostituirlo stridono parecchio con la decisione di togliersi la vita.