L’inchiesta fa venire allo scoperto le religiose che sarebbero cadute nelle trame del teologo e musicista sloveno famoso per i mosaici.
Roma – Roberta Rei, inviata della trasmissione “Le Iene” ha intervistato un’ex suora slovena che per la prima volta denuncia gli abusi che avrebbe subito da parte di un sacerdote: padre Marco Ivan Rupnik. Il raccolto di questa suora si unisce alle altre denunce già raccolte dalla Iena nel frattempo la chiesa sta ancora cercando i giudici giusti per il processo al sacerdote. Già il 9 marzo in un primo servizio c’era l’inchiesta su Padre Marko Ivan Rupnik, un sacerdote sloveno noto per i suoi mosaici e recentemente al centro di polemiche. Un servizio che ha esplorato la sua figura e le accuse che lo hanno coinvolto. Padre Rupnik, sacerdote sloveno e rinomato artista cattolico, celebre per i suoi mosaici presenti in oltre 220 chiese e santuari in tutto il mondo, è al centro di gravi accuse di abuso, dalle quali non si è mai difeso pubblicamente, mosse da un numero crescente di ex religiose.
Tra loro, Gloria e Mirjam, che dopo anni di sofferenze e tentativi di ottenere ascolto all’interno della Chiesa, hanno scelto di denunciare pubblicamente quanto subìto, aggiungendo dichiarazioni inedite alle testimonianze già rese in passato, evidenziando come i casi fossero stati denunciati ai loro superiori già molti anni fa. A loro si unisce Suor Samuelle, della Fraternità Monastica di Gerusalemme, che rompe il silenzio per raccontare la sua esperienza. A parlare sono proprio loro. Gloria, ex monaca della Comunità Loyola, che ha sporto denuncia per abusi sessuali, racconta la sua esperienza perché: “Non vorrei mai che quello che io ho dovuto subire dovesse ricapitare ad altre religiose”. La sua storia risale al 1985, quando aveva 21 anni ed era una studentessa di medicina alla Sapienza di Roma. Su consiglio di una sorella della sua parrocchia, si affidò a Padre Rupnik per la guida spirituale.
“Mi chiamava molto spesso al telefono, chiedendomi come andava, addirittura come ero vestita, se avevo pregato”, racconta Gloria. Il sacerdote divenne rapidamente una figura centrale nella sua vita, convincendola che solo attraverso di lui poteva crescere spiritualmente. Da quanto racconta, nel tempo, la relazione assunse contorni sempre più ambigui: “Mi invitava molto spesso perché diceva che io potevo fargli da modella. Posso dirti che lui quando dipingeva anche, magari nudo dalla cintola in giù, era eccitato; quindi, la sua pittura era legata proprio all’eccitazione fisica”.
L’altra testimone, Suor Samuelle aggiunge: “Una volta mi ritrovo con lui giù, si avvicina, mi parla del mosaico e mette la mano sulla mia spalla. Poi la mano è scesa dietro la schiena, a un certo punto si ferma e con il dito ha iniziato a giocare con il mio reggiseno. Quindi mi sono staccata, e lui mi ha guardato molto sorpreso: ‘Ma Samuel che c’è? Guarda, è bello che possiamo fare questo insieme, perché io sono un sacerdote, tu sei suora tranquilla, … tutto puro'”.
E ancora il racconto di Suor Samuelle: “Durante la cena mi mandava baci a distanza, io stavo malissimo, guardavo il mio piatto, mangiavo e dopo tre secondi alzavo lo sguardo solo per verificare che aveva smesso. L’ha fatto in diversi posti, avevo paura di lui”.