Il leader Iv tira le somme della sconfitta elettorale, con la lista Stati Uniti d’Europa tra gli esclusi. Amarezza e sassolini dalla scarpa.
Roma – Era ripartito per la campagna elettorale con lo stesso entusiamo del 2012, e pure con lo stesso mezzo di trasporto per girare nelle piazze. Il suo inseparabile camper, che però questa volta dopo 12 anni, non è arrivato alla destinazione più importante: il voto delle europee. Matteo Renzi tira le somme della sconfitta elettorale, con la lista Stati Uniti d’Europa tra i grandi esclusi a Bruxelles. Si toglie qualche sassolino dalla scarpa e non usa mezzi termini per sputare il rospo: sono state le divisioni a mandare in frantumi il progetto.
“Ora che sono arrivati i dati definitivi, intervengo per l’ultima volta sulle Europee. Grazie a chi ha scritto Renzi sulla scheda. Non ero candidato in tutte le circoscrizioni perché purtroppo abbiamo saltato il Nord Est. E ciò nonostante abbiamo ottenuto oltre 207 mila preferenze. È un numero impressionante per una lista che non ha neppure fatto il quorum: il rapporto tra voti di lista e di preferenza nel mio caso è notevolissimo. Grazie davvero. Purtroppo però questi voti non serviranno a nulla. È inutile fare gol, magari una bella doppietta, se la tua squadra perde”, dice il leader di Iv Matteo Renzi in un lungo post su X dopo l’esito delle Europee.
“Per questo sono molto amareggiato – scrive Renzi -, anche perché al posto nostro vanno a Strasburgo candidati che esprimono concetti opposti al nostro: quello che voleva sciogliere la Nato o quello che entra nel gruppo europeo di Le Pen. Potevamo avere 7 parlamentari, per colpa della divisione saranno ZERO”. “A chi dice: tutto questo per colpa delle vostre divisioni personali rispondo per l’ultima volta. L’ultima, davvero. Poi basta, è noioso per me, figuriamoci per un cittadino comune – osserva -. Mettere tutti sullo stesso piano in termini di responsabilità è profondamente ingiusto. Dire che sono tutti uguali è tipico dei populisti“.
E ancora, “le persone serie leggono i fatti. E distinguono le responsabilità. Noi abbiamo sempre detto si a tutti gli appelli all’unità, aderendo a quello finale di Emma Bonino per gli Stati Uniti d’Europa. Abbiamo sempre detto che servivano i voti e non i veti. Abbiamo subito veti ma non li abbiamo messi. E non ne metteremo mai, perché noi facciamo politica con le idee e non con i rancori. E proprio perché facciamo politica come Italia Viva abbiamo deciso che tutti i nostri dirigenti e iscritti si confronteranno in un congresso libero e contendibile in autunno. Questa è la verità che nessuno può contestare perché è la discussione pubblica degli ultimi mesi”.
A inizio maggio l’entusiasmo di Renzi era alle stelle. Alla partenza del viaggio in camper. Come nel 2012, a Verona, “quando parlai di Stati Uniti d’Europa. Dodici anni dopo non ho cambiato idea. Siamo gli unici – aveva fatto notare – a proporre un sogno politico e non un’ambizione personale. Si parte. Direzione Stati Uniti d’Europa”. Insomma, il camper è stata ancora l’icona delle avventure politiche del leader di Italia Viva che ha attraversato un nuovo sogno – infranto – con Emma Bonino e Più Europa. Una sorta di megafono elettorale che ha corso tra le strade e le piazze d’Italia che è stato quasi un amarcord della vecchia politica alle prese con la propaganda fonica. Ma oggi l’epilogo è stato molto diverso da allora.
Il leader di Iv di oggi aveva all’orizzonte l’obiettivo degli Stati Uniti d’Europa con una previsione: “Se siamo bravi facciamo il botto. Ho l’impressione che se in campagna elettorale siamo bravi a stare sul punto, cioè una proposta che è il contrario di quella di Salvini che dice “Meno Europa”, noi incroceremo nelle ultime
settimane un voto d’opinione di gente che ha la testa sulle spalle e che vuole votare per l’Europa e non per i sondaggi. Con noi a Bruxelles deve tornare la politica. Ma con gli Stati Uniti d’Europa sulla scheda deve soprattutto tornare il sogno tra le nuove generazioni. Loro chiedono il voto per Giorgia, per Elly, per il ricordo di Berlusconi. Noi chiediamo il voto per un progetto politico”. La corsa in camper verso Bruxelles si è fermata.