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Il cadavere fantasma: l’inchiesta continua

L’indagato per distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere protesta e di dichiara vittima di qualcuno che vuole coinvolgerlo in una vicenda dai risvolti inquietanti. Gli inquirenti, di contro, sono convinti che in quel terreno qualcosa prima o poi spunterà fuori. Addirittura si parlerebbe di due cadaveri spariti nel nulla.

GROSSETO – Dopo un omicidio qualcuno avrebbe sotterrato il cadavere della vittima in una zona ben delimitata. C’è un indagato per distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere ma la salma non si trova. Il mistero del corpo senza vita sepolto in via Giordania a Grosseto e poi sparito rimane ad oggi irrisolto. Il sostituto procuratore Valeria Lazzarini ha aperto un fascicolo a carico di Michele Rossi, 54 anni, detto Ape, senza un’occupazione fissa, che vive in un camper circondato dai suoi animali e auto d’epoca. L’uomo, secondo la Procura grossetana, sarebbe sospettato di aver disseppellito il cadavere di un uomo, di cui non si conoscono le generalità, morto ammazzato in circostanze ancora da chiarire.

Michele Rossi con i suoi animali

Rossi, difeso dall’avvocato Giovanni Livio Sammatrice, si dice estraneo ai fatti contestatigli ma le indagini proseguono in questo senso. L’odierno indagato, fra l’altro, abita proprio nella zona dove il corpo senza vita del defunto sarebbe stato prima sotterrato e poi dissepolto. Rossi abita nel suo camper da circa 2 anni a seguito di uno sfratto da altro terreno occupato abusivamente operato dal Comune di Grosseto che poi gli avrebbe concesso di rimanere in uno spazio di via Giordania a titolo gratuito.

Dallo scorso 19 maggio i carabinieri del Ris, le unità cinofile di Pisa e un escavatore dell’esercito coadiuvati d un elicottero, hanno lavorato sopra una vasta superficie di terreno incolto alla ricerca del cadavere che sino ad oggi non è saltato fuori. Dopo due giorni di perlustrazione sarebbero stati ritrovati alcuni frammenti ossei di origine animale e qualche fazzoletto ma anche un osso piccolo, pulito e non infangato come gli altri. La Procura ha consegnato il reperto a due consulenti già nominati che avranno il compito di stabilire se il materiale organico appartiene o meno ad un uomo e in caso di riscontro affermativo estrarre il relativo Dna. L’inchiesta dunque va avanti; evidentemente gli investigatori sono convinti che qualcosa nasconda quell’appezzamento di terra.

Le ricerche dei carabinieri

Magari il corpo di uno straniero ucciso e poi nascosto per eliminare ogni traccia del delitto. Non è dello stesso avviso l’avvocato difensore di Rossi:

“Non è stato trovato niente in quel terreno e si sta parlando del nulla – dice l’avvocato Sammatrice – in quella zona, dove i carabinieri hanno effettuato qualche sondaggio grazie alle pale, non ci sono orti. Rossi ha delle auto d’epoca, diversi gatti e un camper dove vive. Anche l’unità cinofila dopo poco ha desistito perché in quel terreno non c’è assolutamente niente“.

Vedremo solo successivamente chi avrà ragione ma è certo che chi ha segnalato il fatto avrà certamente riferito particolari importanti tali da giustificare inchiesta e ricerche. Rossi è stato accompagnato in Procura per la notifica dell’avviso di garanzia:

”Negli uffici di via Monterosa, dopo avergli consegnato l’avviso di garanzia e la notifica degli atti – aggiunge il legale di fiducia dell’indagato – Rossi è stato messo in una stanza con uno straniero. Qualcuno forse credeva che avrebbe parlato. Ma l’unica cosa che interessa a Michele Rossi sono i suoi animali e le auto. Che si diverte a sistemare in una piccola officina. Di amici ne ha pochi e non ne vuole nemmeno avere. La sua vita è questa. Evidentemente chi ha fatto questa segnalazione alle Forze dell’ordine non gli vuole bene e lo vuole incastrare”.

I carabinieri sono tornati nel terreno concesso a Rossi ed hanno controllato ogni pertinenza della vasta area senza esito, almeno per il momento:

”Sono venuto qui perché voglio stare lontano da tutti, e neppure qui mi lasciano in pace – afferma Rossi – sono sempre il capro espiatorio per qualunque cosa succeda. Hanno trovato un osso, pochi centimetri, non si sa neppure se umano, o portato da chi, e danno la colpa e me. Se scavano e trovano le necropoli etrusche anche quelle saranno colpa mia. Mi hanno tolto la mia dignità, accusandomi di ogni cosa, ora anche di essere assassino. All’indagato è stato notificato un secondo decreto di perquisizione poi risultata vana. Gli inquirenti però insistono, certi di trovare ciò che cercano.

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