Da Cassino a Pomigliano d’Arco fino a Mirafiori, i dipendenti dell’automotive vogliono segnali sui contratti e sulle intenzioni dell’azienda.
Roma – Il caso Stellantis continua a agitare la politica, i sindacati, ma soprattutto i lavoratori incerti sul loro futuro. A Cassino è caos e tensione. I lavoratori dei sottoservizi che fanno capo alle società di logistica interna Logitech e Tecnoservice ed alla De Vizia (pulizie industriali) hanno bloccato anche questa mattina alcuni dei cancelli di ingresso dello stabilimento Stellantis Cassino Plant. Hanno impedito l’accesso delle merci al varco 4 e quello del personale al varco 2. Circa 150 di loro rischiano il licenziamento a fine mese a causa della scadenza dei contratti di servizio con Stellantis, che nei giorni scorsi ha valutato la possibilità di internalizzare quei servizi. Attraverso il sindacato Uilm chiedono un confronto con l’azienda e soprattutto segnali per una proroga dei contratti anche al 2025.
Anche la situazione allo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco appare sempre più tesa mentre la scadenza della commessa di Trasnova si avvicina. Con il termine fissato al 31 dicembre, i lavoratori si trovano a dover affrontare la prospettiva di licenziamenti che incombe su di loro come una spada di Damocle. Un contesto drammatico che ha portato a momenti di forte solidarietà tra i dipendenti, sottolineando un legame profondo con la comunità locale. Questa mattina i cancelli dello stabilimento di Stellantis sono stati testimoni di un evento che ha toccato il cuore di tutti. I parroci di Pomigliano d’Arco sono intervenuti in segno di sostegno ai lavoratori in presidio permanente. Un gesto simbolico dei rappresentanti religiosi, accompagnati dal vescovo Francesco Marino, che hanno condiviso messaggi di incoraggiamento e vicinanza, sottolineando l’importanza di non restare indifferenti di fronte alle difficoltà altrui.
Anche a Melfi la situazione non cambia. “Di qui non andremo via fin quando non avremo notizie precise sia dalla Regione sia dal Governo”. I lavoratori sono raccolti in sit-in e da martedì un presidio permanente si tiene nell’aula consiliare di Melfi, mentre un nuovo presidio dei lavoratori dei dipendenti di Tecnoservice e Logitech, società dell’universo Trasnova rimasta senza commesse, anima il piazzale dello stabilimento Stellantis di San Nicola. “Siamo qui per tenere alta l’attenzione su Stellantis” ripetono lavoratori e sindacalisti nell’aula consiliare del Comune di Melfi dove si danno il cambio da quando hanno deciso, al termine dell’assemblea pubblica di martedì sera, che servono risposte urgenti. “Qui resteremo almeno fino al 17 dicembre, giorno dell’incontro al Mimit tra il ministro Urso e Stellantis” spiegano i lavoratori.
E ancora, i timori di Mirafiori, ancor di più dopo le dimissioni di Carlos Tavares e i dubbi sulle mosse future del comitato esecutivo guidato da John Elkann – riguardano tutta Italia: non c’è stabilimento che non sia stato colpito dalla cassa integrazione o stop produttivi. A Mirafiori i modelli prodotti sono la Fiat 500 elettrica, Maserati GranTurismo e GranCabrio. Lavoratori della produzione 2.800, in tutto il comprensorio sono 13.000. L’attività produttiva delle carrozzerie si ferma fino all’8 gennaio. Lavoreranno regolarmente i dipendenti delle altre attività di manufacturing, della ricerca e sviluppo, del centro stile e degli uffici amministrativi, saranno in funzione la produzione di cambi elettrificati a doppia frizione (eDCT), l’impianto di Economia Circolare e il Battery Technology Center. I lavoratori delle presse sono in cassa integrazione tre giorni alla settimana.
Ad Atessa i modelli prodotti sono veicoli commerciali Stellantis Pro One. Dipendenti: quasi 5.000. Stop produttivo dal 23 dicembre all’8 gennaio. Circa 1.500 lavoratori sono attualmente in cassa integrazione. A Modena i modelli in produzione sono la Maserati Mc20. Dipendenti: 250 operai diretti e circa 650 impiegati. Attività sospesa dal 19 dicembre al 7 gennaio.