I genitori di Mario Paciolla accusano: “L’Onu si sta mettendo di traverso”

Il padre e la madre dell’attivista morto in Colombia nel 2020 non si danno pace e continuano a cercare la verità sulla scomparsa del figlio.

Roma –  A maggio avevano parlato dei “depistaggi e dell’inquinamento delle prove che avrebbero finora impedito di accertare la verità sulla morte del figlio”. I genitori di Mario Paciolla, giornalista, attivista e cooperante italiano trovato morto in Colombia nel 2020, ascoltati in audizione dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, presieduta da Stefania Pucciarelli già allora denunciavano i punti oscuri della vicenda.

Anna Motta e Giuseppe Paciolla, sentiti nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani in Italia e nella realtà internazionale, hanno sempre raccontato l’impegno del figlio, con particolare riferimento alla attività svolta in Colombia a partire dal 2016 come giornalista e in qualità di membro delle Brigate della Pace dell’Onu. E oggi tornano a parlare: “I poteri forti, vale a dire l’Onu, si stanno mettendo di traverso sul tentativo di fare chiarezza per la morte di mio figlio Mario che è stato ucciso, non si è ucciso”, afferma Giuseppe Paciolla.

I genitori di Mario Paciolla

Il padre del cooperante partenopeo ha parlato ieri a margine di un incontro nel quale è stata presentata la maglia che indosserà il Napoli Basket frutto di una convenzione, siglata nel nome del giovane cooperante, fra Accademia di Belle Arti e la società cestistica partenopea e che daà il via alle celebrazioni per i 2.500 anni di fondazione della città. “Fin dal primo momento, cioè da quando mi hanno chiamato per dirmi della fine di Mario – ha aggiunto il padre del giovane appassionato di basket – nel primo nanosecondo hanno detto che
Mario si era suicidato
. Ma Mario è stato ucciso in Colombia, nessun suicidio”.

E la madre, Anna Motta, ha ripercorso alcuni momenti dell’adolescenza del figlio legati al mondo cestistico amatoriale. I genitori di Mario Paciolla hanno detto che il 14 gennaio si terrà al Tribunale di Roma una udienza nella quale si opporranno all’archiviazione “per la seconda volta”. “Vogliamo giustizia per nostro figlio” hanno concluso. Il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli, che ha espresso tutta la sua “solidarietà alla famiglia del cooperante ha sottolineato come la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma sia “inaccettabile, considerando i numerosi interrogativi irrisolti. Mi unisco alla famiglia Paciolla nel chiedere la piena divulgazione dei dati dell’autopsia e che la Procura ascolti finalmente le loro istanze. La verità e la giustizia per Mario non possono essere archiviate”. 

L’attivista scomparso in Colombia

Sul caso c’è stato anche l’intervento di Articolo 21: “Perché non vengono resi noti i dati completi dell’autopsia? Perché la Procura di Roma non ascolta noi?” A chiederlo nel corso di un video incontro di Articolo21 erano stati Anna e Pino Paciolla, i genitori di Mario. “I pm della Procura di Roma – scriveva Articolo21 in una nota – hanno chiesto nuovamente l’archiviazione per questo caso e noi ci uniamo alla famiglia Paciolla nel chiedere che il caso non sia archiviato e che media e stampa accendano i riflettori su questa vicenda”. 

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