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I danni della dipendenza da cellulare, la chiamano “cecità percettiva”

L’Università della Florida ha effettuato uno studio sul rapporto tra utilizzo del telefono mentre si cammina e gli infortuni.

Roma – Allontanate lo sguardo dal cellulare e guardatevi intorno! E’ diventato uno strumento indispensabile, non se ne può fare a meno. Senza cellulare si corre il rischio di una crisi d’astinenza. Basta andare un po’ in giro ad osservare le persone e balzano subito agli occhi comportamenti strani, bizzarri, che influiscono non poco sull’andatura, postura e sull’attenzione. Per forza, se si sta spesso e volentieri con la testa rivolta verso il basso per scrollare (come si dice adesso) mail, social, app e quanto più un dispositivo riesce ad offrire, è molto probabile che la distrazione abbia il sopravvento al punto tale da diventare una patologia sociale.

Il fenomeno è talmente diffuso e serio che ne ha parlato, ancora una volta, il prestigioso quotidiano statunitense, il “New York Times”. E’ emerso, ad esempio, che un quarto di studenti in età da college, mentre attraversano le strisce pedonali non distoglie lo sguardo dal cellulare. Inoltre, in un esperimento, si è notato che i partecipanti intenti a svolgere, nel camminare, varie attività, professionali o ludiche, avevano la metà delle probabilità di notare un clown, che non è una figura che si incontra tutti i giorni. Gli esperti hanno definito questa anomalia “cecità percettiva”, effetto della distrazione. Il Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Florida, USA, ha effettuato uno studio sul rapporto tra utilizzo del telefono mentre si cammina e infortuni.

Le persone sembrano poco persuase della loro distrazione. Il fatto è che non si tratta solo di calo dell’attenzione, ma i suoi effetti si riversano anche sull’umore, l’andatura e la postura. Un cocktail di conseguenze letali per l’equilibrio psicofisico. Infatti, questa situazione rende più rischioso passare da un luogo ad un altro, in quanto produce ostacoli che, in realtà non ci sarebbero. Ad esempio, quando si cammina e, in contemporanea, si utilizza il telefono, il riflesso si adatta al modo in cui ci si muove. Chi sta utilizzando il dispositivo ha un’andatura più rallentata che comporta compiere passi più brevi -secondo gli studiosi di biomeccanica- e stanno più tempo coi piedi per terra. Così si intasa il traffico sui marciapiedi e si producono danni al fisico.

Questo perché rallentando la camminata, un modo molto semplice per fare attività fisica e producendo una sorta di passeggiata, si annullano i suoi benefici per la nostra salute. Incurvarsi per… estasiarsi con lo smartphone, fa aumentare la quantità di carico esercitata sul collo e sulla schiena che agevola una serie di disturbi alle vertebre cervicali. Strano a dirsi, ma anche l’umore subisce effetti sgradevoli. L’uso del telefonino mentre si è in giro influisce sul livello di cortisolo, l’ormone dello stress. Secondo gli esperti, questo succede perché stando attaccati al cellulare, si crea una sorta di isolamento e non si gode l’ambiente in cui si è inseriti, come ad esempio un parco.

Sarebbe cosa buona e giusta distaccarsi dai dispositivi tecnologici in alcuni momenti della giornata per godersi un tramonto, ad esempio. Come scrisse John Lubbock (1834-1913), scienziato, nonché membro del Parlamento del Regno Unito: “I tramonti sono così belli che sembra quasi come se stessimo guardando attraverso le porte del paradiso”. Oggi, spesso, non si sa nemmeno cosa siano i tramonti e per quanto riguarda le porte del paradiso sono completamente chiuse, mentre all’inferno ci siamo già. Che tempi!  

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