Governo impugna la legge per il terzo mandato di De Luca, lui cita Wojtyla

La decisione passa in Cdm, con il malcontento della Lega. Il governatore campano non molla e promette battaglia.

Roma – “La motivazione che avevano” nel governo per decidere di impugnare la legge della Regione Campania sul terzo mandato “era una motivazione di paura politica. Mi è tornato l’appello caloroso di Papa Wojtyla e che io rivolgo al governo: non abbiate paura. Le cose che hanno deciso sono per paura, degli elettori, forse anche di De Luca. Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e soprattutto date ai cittadini la possibilità di decidere da chi essere governati. Si chiama democrazia, semplicemente”. Lo dice il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in merito alla decisione del Governo passata in Cdm con il dissenso della Lega – anticipata dalla premier Giorgia Meloni – di impugnare la legge della Campania che dà il via libera al terzo mandato per il governatore campano.

“Uno degli elementi di ispirazione” dello stop alla legge campana “è la paura degli elettori. Non dare la parola agli elettori, che accomuna il 90% del mondo politico italiano. Hanno paura di dare la parola agli elettori. Ed è uno degli elementi per i quali il livello di partecipazione alle elezioni e alla vita politica è ridotto al lumicino”, ha aggiunto De Luca. Il testo dell’impugnativa del governo, a cui hanno lavorato Elisabetta Casellati e Roberto Calderoli, è dunque pronto, alimentando, di fatto, il disappunto della Lega e dei governatori del Nord coinvolti nel tema, tra cui il veneto Luca Zaia e il friulano Massimiliano Fedriga su tutti. In Cdm è passata la linea dell’impugnazione, nonostante il disaccordo della Lega che ha preso le distanze.

La premier Meloni e il governatore campano De Luca

Gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione per gli approfondimenti per capire, in base all’articolo 122 della Costituzione, se la questione sia una questione che compete allo Stato nazionale o se le Regioni siano in grado o siano nella facoltà di autodeterminarsi. “La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio fondamentale e quindi la materia di competenza dello Stato nazionale, ed è la ragione per la quale nel Cdm noi impugniamo la legge regionale della Campania”, ha dichiarato Giorgia Meloni. Dopo aver ricordato l’indicazione di un doppio mandato affidata alla riforma del premierato Meloni conclude: ”E’ un tema sul quale sono disponibile a parlare, perché è vero che ci sono scenari diversi, però ad oggi obiettivamente non mi pare che si possa intervenire. Diciamo uno sì e uno no, perché questo non sarebbe coerente per le istituzioni e il loro complesso”.

Ma De Luca tine duro: “L’impugnativa del governo non cambia nulla, noi andiamo avanti”. Lo annuncia, parlando in conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia. “La mia posizione – aggiunge – non cambia di una virgola. Diversamente che per altri esponenti della politica politicante, il punto di partenza e di arrivo delle mie decisioni non è la carriera romana, ma la famiglia, la povera gente, i problemi concreti. Noi utilizzeremo i mesi che abbiamo davanti avendo chiarito a tutti che non è cambiato nulla. La mia posizione non si modifica di una virgola”. Detto ciò, l’escamotage pensato da De Luca per tentare la terza elezione nella primavera del 2025 è quello di far valere il calcolo dal mandato in corso e non dalla prima elezione del 2015, come sottolinea anche Il Sole 24 Ore. “Il computo di due mandati consecutivi decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”, ha sottolineato la legge regionale campana, approvata il 5 novembre.

Luca Zaia

 Il governatore veneto Luca Zaia, in una lunga intervista all’emittente locale Rete Veneta, rilasciata alla vigilia del Consiglio dei ministri, aveva detto: “Ho governato col cuore e se ho fatto bene o male lo giudicheranno poi i veneti, cui credo però di aver restituito l’orgoglio di vivere in una regione che durante i miei anni ha riguadagnato una certa reputazione a livello nazionale e internazionale. Una cosa che mi inorgoglisce perché ho lavorato a questo obiettivo sin dal mio primo giorno”.

Zaia, ricordando di essere sempre stato contrario al limite dei mandati sin da quando era presidente della Provincia di Treviso negli anni ’90, non ha rivelato alcun possibile piano o ambizione personale per un futuro alternativo alla guida della Regione Veneto. “Sono sempre candidato a tutto, ma intanto io finisco questo mandato – ha argomentato – e solo dopo deciderò cosa fare. Una decisione che prenderò solo dopo che tutti gli altri avranno deciso che fare e anche in funzione di quello che accadrà nei prossimi mesi” ha concluso.

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