Gli italiani tra decrescita dei consumi e nuove abitudini alimentari sostenibili

I consumi in Italia cambiano: meno tecnologia, più attenzione al biologico e alle diete sostenibili. Il Rapporto Coop 2024 svela uno stile di vita più consapevole e mirato al risparmio.

Le famiglie italiane sono più attente alla scelta dei consumi. Negli ultimi tempi, pare, che le famiglie italiane siano più attente a ciò che consumano. Sarà stata l’inflazione o una nuova consapevolezza, sta di fatto che i consumi sono calati. E’ quanto emerso dal “Rapporto Coop 2024-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, presentato il 10 settembre. E’ apparso evidente il calo della spesa tecnologica, mentre sono in crescita i vegani. Al bando, quindi, smartphone e computer diminuiti del 7% nell’ultimo anno.

Il 75% del campione ha dichiarato che gli acquisti sono determinati dal risparmio

Malgrado il calo, resta buona la percentuale che è aperta all’innovazione. Il 37%, infatti, è propenso a farsi impiantare un microchip per piccole incombenze quotidiane è un 30%, che vive, forse con la testa tra le nuvole, pensa, un giorno, di poter avere un rapporto affettivo con un robot umanoide. Ciò che, comunque, emerge, malgrado queste deviazioni, è una “inquietudine di fondo”. Come potrebbe essere altrimenti, visti i conflitti in corso e il cambiamento climatico che produce carneficine, come il recente alluvione di Valencia del 29 ottobre ha dimostrato? Il 75% del campione ha dichiarato che gli acquisti sono determinati dal risparmio. E cosa si potrebbe fare dati i magri salari? Si bada a ciò che serve ed è utile, mentre il superfluo non viene proprio considerato.

Secondo il rapporto il potere d’acquisto è ai livelli prima della pandemia, risultato ottenuto perché gli italiani nel 2023 hanno lavorato 1,5 miliardi di ore in più per contenere l’effetto inflazione. Inoltre, il nostro è un Paese a due velocità, dove esistono molte sacche di povertà e una parte della società che si è messa alle spalle il consumismo delle apparenze. Nel rapporto si parla di un serpeggiante de-consumismo per indicare un nuovo atteggiamento più lucido e razionale degli italiani verso i consumi, dopo l’impennata inflazionistica che ha ridotto il potere d’acquisto. Associato a quest’atteggiamento è emersa la ricerca del benessere personale, con la cura del corpo come un vero e proprio culto. Tanto è vero che gli acquisti di cosmetici negli ultimi cinque anni, hanno subito un’impennata del 29%. Gira e rigira è la “tavola” l’obiettivo principale degli italiani.

Il rapporto Coop 2024 evidenzia che tra i 17-35enni l’82% desidera una dieta vegetale con un basso contenuto di proteine animali.

Nei primi sei mesi del 2024 il consumo di cibo è cresciuto dello 0,9% e il 21% di cittadini vuole aumentarlo. Sono in incremento le identità alimentari con il raddoppio dei vegani che dal 2% del 2023 sono passati al 4% del 2024. Mentre il 22% di italiani ha dichiarato di aver eliminato o diminuito il consumo di carne. Tra i 17-35enni l’82% desidera una dieta vegetale con un basso contenuto di proteine animali. In ascesa le diet fit sport e il digiuno intermittente. Questi aspetti confermano come i cittadini italiani stiano attenti ad aspetti non secondari nell’offerta di cibo, privilegiando la qualità e il rispetto dell’ambiente, sia del produttore che del consumatore. L’attenzione verso un sistema di organizzazioni, persone, attività, informazioni e risorse coinvolte nel processo atto a trasferire o fornire un prodotto o un servizio dal fornitore al cliente (supply chain) è riscontrabile nel ritorno in auge del “biologico” dopo anni di accantonamento tra le scelte degli italiani. I prodotti bio sono acquistati da 24,8 milioni di famiglie, con una penetrazione del 96,6% e quasi 10 milioni di italiani sono intenzionati ad aumentare gli acquisti di prodotti biologici.

E’ la dimostrazione che esistono nuove sensibilità, come conferma anche il rapporto col cibo delle nuove generazioni che cercano di mettere insieme il pragmatismo, col prezzo più basso (il 51% ha dichiarato che è l’elemento su cui si basa l’acquisto) e consapevolezza di scelte più rispettose dell’ambiente (il 58% preferisce prodotti di stagione e il 39% freschezza e qualità). Non si è appurata, finora, l’esistenza di chi dichiara la preferenza di prodotti fuori stagione, non freschi e di bassa qualità!

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