Gli italiani stanno andando verso la… meta?

Secondo un recente studio, il nostro Paese dimostra interesse e un certo ottimismo nei confronti delle tecnologie emergenti, compresi il metaverso e, più in generale, i mondi virtuali. Ma dove ci condurranno? E come prepararsi ai rischi e alle criticità che nascondono?

Roma – Da qualche tempo non si fa altro che parlare di “metaverso” come evoluzione di Internet, che dovrebbe stupirci con effetti speciali. La locuzione deriva dal greco “meta”, ovvero “dentro”, e “verso”, che sta per universo. È, quindi, una realtà che va al di là della dimensione fisica, per proiettarci in quella virtuale, ossia il luogo ideale dove mondo reale e virtuale instaurano una corrispondenza di amorosi sensi, di foscoliana memoria. In teoria, serve a creare esperienze realistiche eliminando qualsiasi distanza.

Grazie al metaverso sarà possibile effettuare riunioni di lavoro da una parte all’altra del mondo, cambierà il modo stesso di lavorare e potrà essere utilizzato per scopo ludico. Inoltre, creare degli avatar realistici, cioè immagini scelte per rappresentare la propria utenza in comunità virtuale, luoghi di aggregazione o di discussione. Sai che divertimento.

Praticamente chi si troverà immerso in questo meccanismo, non schioderà mai il culo dalla sedia, con tutte le conseguenze del caso! Ora, pare che questa realtà virtuale trova ampio consenso da parte degli italiani. Una ricerca a cura di Ipsos (multinazionale di ricerche di mercato) e dell’Osservatorio Metaverso (propone notizie, analisi e opinioni per studiare l’evoluzione di internet verso mondi tridimensionali immersivi) ha valutato le conoscenze del metaverso su un campione di 1.550 persone tra i 16 e 65 anni. Ebbene, il 92% ha mostrato di sapere cosa fosse, soprattutto i Millennials, ovvero la generazione nata tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Una fascia di età molto interessata alle tecnologie innovative.

La maggioranza dei Millennials ha sperimentato il metaverso nei videogiochi

Inoltre, ne hanno sperimentato le attività in prima persona, soprattutto per il gioco e gli acquisti. Infatti, tra i siti più visitati, troviamo i videogiochi. Gli italiani appaiono, quindi, nei confronti degli sviluppi tecnologici e di internet molto interessati e per nulla scettici. Oltre la metà del campione ha manifestato un certo entusiasmo, convinta di poter apprendere nuove esperienze grazie alle immersioni virtuali.

C’è, però, una congrua percentuale, appena inferiore al 50%, che ha dichiarato di avere ansia e paura nei confronti delle novità tecnologiche. Su questo punto quasi tutti hanno specificato che il metaverso non è una alternativa al mondo fisico, ma veicola l’esperienza online a un livello più elevato. Questo aspetto ha rassicurato abbastanza i teorici del settore. Non si sa se sia un bene o un male, anche perché di creduloni ce ne sono a iosa nel mondo fisico. Staremo a vedere.

L’interesse degli italiani è anche per il software AI ChatGPT

Oltre al metaverso, gli italiani, soprattutto maschi, hanno manifestato interesse verso le applicazione dell’Intelligenza Artificiale (IA), soprattutto verso la più nota ChatGPT. Si tratta di un chatbot (software per le conversazioni umane) basato su intelligenza artificiale e tecniche di apprendimento automatico (o machine learning), specializzato nella conversazione con un utente umano. C’è da segnalare che un quarto del campione ha ammesso di essere all’oscuro sull’argomento.

Secondo lo studio, gli italiani hanno mostrato un atteggiamento ottimistico verso le tecnologie innovative, una buona premessa per lo sviluppo delle stesse nel nostro Paese. Il problema non è essere favorevole o meno. L’aspetto critico è che esse sono talmente celeri, pervasive e avviluppanti e passano sulle nostre teste come un uragano, radendo al suolo le conoscenze precedenti!

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