Il Ministero della cultura ha finanziato circa 425 interventi, ha detto Alessandro Giuli: 5 i depositi per il ricovero delle opere colpite.
Roma – “Il Ministero della cultura ha finanziato circa 425 interventi per 374 milioni di euro per far fronte agli effetti degli eventi sismici sul patrimonio culturale”. Lo ha detto il Ministro della cultura, Alessandro Giuli, nel corso del suo intervento al convegno “Beni culturali e catastrofi naturali: idee per la tutela” promosso dal Dipartimento della Protezione Civile e Casa Italia e dedicato alla protezione, salvaguardia e gestione del patrimonio culturale nazionale in situazioni di emergenza connesse a eventi calamitosi, con la partecipazione di Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Fabio Ciciliano, Capo Dipartimento della Protezione Civile, e Luigi Ferrara, Capo Dipartimento Casa Italia.
“Per assicurare l’adeguato ricovero delle opere d’arte nelle aree colpite da terremoti – ha aggiunto il Ministro – è inoltre prevista la realizzazione di cinque depositi per la conservazione del patrimonio mobile: la maggiore parte delle perdite avviene infatti non tanto in seguito al sisma o all’evento calamitoso, ma subito dopo a causa della mancanza di protezione, di vigilanza, di cura delle opere e del patrimonio. Questi depositi, detti ‘Recovery art’, sono previsti in punti distinti del territorio nazionale con lo scopo di coprire la maggior parte del Paese e intervenire rapidamente con le misure di trasporto e conservazione. La spesa complessiva per la loro realizzazione è di 150 milioni di euro”.
“In aggiunta al rischio sismico – ha considerato ancora Giuli – negli ultimi anni è emersa un’attenzione collettiva per gli incendi boschivi, la minaccia delle minacce nelle stagioni calde. Azioni di prevenzione e protezione – ha concluso il Ministro – non sono sempre sufficienti: per questo motivo il ministero della Cultura ha predisposto delle specifiche procedure che prevedono una struttura organizzativa straordinaria da attivare in situazione di emergenza che pongono a rischio beni di interesse culturale. Si tratta di un’unità di crisi, una rete di sicurezza e di coordinamento a livello nazionale e regionale che garantisce la sinergia operativa costante con tutti gli istituti preposti, Prefetture, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine e volontari”.
Secondo i dati presentati durante la settima edizione della ‘Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica’ organizzata da Fondazione Inarcassa, dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, il patrimonio immobiliare italiano è estremamente vulnerabile rispetto agli eventi sismici. Dal 1968, anno del terremoto della Valle del Belice, il nostro Paese ha stanziato oltre 135 miliardi di euro, di cui 20 andranno spesi da qui al 2047, per far fronte ai danni provocati dagli 8 terremoti distruttivi che hanno colpito la penisola negli ultimi 60 anni.
Dai dati, 12 milioni di edifici utilizzati per uso residenziale sono stati costruiti prima del 1971, il 57% del totale, e meno del 3% di tutti gli immobili censiti è stato costruito a partire dal 2008, momento in cui le norme tecniche per le costruzioni hanno iniziato a focalizzarsi considerevolmente sulla prevenzione sismica. Se poi andiamo a guardare lo stato di salute di questi edifici, complessivamente solo il 32% dell’intero costruito a scopo abitativo si trova in ottime condizioni (percentuale che scende intorno al 20% se si considerano solo gli immobili costruiti prima del 1960).