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Gli ambientalisti dei blitz e l’allarme terrorismo, famosi per tutto tranne che per la difesa del clima

L’elenco delle attività va dal danneggiamento di opere d’arte, beni del patrimonio artistico e culturale, blocchi stradali e imbrattamenti vari. Adesso sono attenzionati anche per la notte di Capodanno: potrebbero ambire a dimostrazioni eclatanti tra la folla. Ma il danno maggiore lo creano a chi, in silenzio ogni giorno, con professionalità e impegno, lavora per rendere più sostenibile il Pianeta.

Roma – All’origine fu Greta Thunberg, con la chiamata alle armi del popolo salvifico del clima e dell’ambiente. I sermoni, le dimostrazioni eclatanti e i discorsi ai Grandi del mondo dell’attivista svedese sono ormai noti a tutti, oltre che ai suoi adepti. Gli ambientalisti dei blitz, famosi per tutto tranne che per la difesa del clima e dell’ambiente. C’è un elenco nutrito di attività – non di certo green friendly e neppure lecite – per le quali i followers di Greta sono conosciuti ai più: danneggiamento di opere d’arte e beni culturali, imbrattamento di monumenti e palazzi storici, blocchi stradali. Deturpamento, distruzione e uso illecito di beni che appartengono al patrimonio artistico e culturale. Reati tra quelli che prevedono l’arresto facoltativo in flagranza.

La paladina del clima lo sa bene visto che proprio un mese fa ha dovuto raccontare davanti alla Corte di Westminster, i fatti del 17 ottobre quando è stata arrestata durante una manifestazione contro l’industria dell’energia al centro di Londra. Finita a processo insieme a quattro attivisti era accusata di un reato di ordine pubblico. Cosa non si fa per salvare il clima! Infatti nessuna colpa, almeno per ora: Greta si è dichiarata innocente insieme all’allegra combriccola green friendly. A tutti è stata concessa la cauzione senza condizionale fino al previsto processo che, secondo quanto annunciato dalla Corte, si svolgerà presso la pretura della City di Londra il 1° febbraio prossimo.

Greta Thunberg

Ma mentre il mondo è in trepidante attesa per le sorti dei ‘missionari’ delle emissioni zero nel processo sotto il Big Ben, potrebbe accadere qualcosa di davvero ‘eclatante’. Gli ambientalisti dei blitz infatti compaiono tra le persone da attenzionare nella circolare sull’allerta terrorismo per la notte di Capodanno diramata dal capo della Polizia Vittorio Pisani. Inviata dal Dipartimento della Pubblica sicurezza del Viminale a tutte le prefetture e le questure, la circolare lancia l’allarme:

“Moltissime persone affolleranno piazze, locali e ristoranti la notte di Capodanno” e occorre tenere “in considerazione l’attuale delicato contesto politico internazionale, connotato dall’acuirsi di tensioni, soprattutto nell’area mediorientale, che hanno elevato il rischio di azioni di natura terroristica”.

A San Silvestro insomma c’è secondo il Viminale la possibilità di nuovi blitz degli attivisti del clima, che già nel mese di dicembre sono stati protagonisti di diverse manifestazioni e proteste. Il capo della Polizia evidenzia che gli eventi “di particolare impatto mediatico” della notte di Capodanno potrebbero rappresentare per gli attivisti “una occasione di massima visibilità per l’attuazione di iniziative di contestazione e dimostrative, anche con modalità eclatanti”.

Il governo contro i blocchi stradali degli attivisti

Anche il Governo è sceso in guerra contro i blocchi stradali promossi dalle proteste di gruppi ambientalisti come “Ultima Generazione”. Lo ha fatto con un provvedimento ad hoc che limita di fatto uno degli strumenti di protesta più utilizzato dai difensori del clima e più detestato dagli automobilisti. Finora la legge punisce con una sanzione amministrativa chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo. Il Consiglio dei Ministri ha così invertito la rotta approvando il mese scorso un provvedimento che stabilisce che questa fattispecie diventi reato nel momento in cui risulti particolarmente offensiva e allarmante, sia per la presenza di più persone, sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente. Si passa quindi dagli illeciti amministrativi alle possibili sanzioni penali per dissuadere gli attivisti, una misura vista da alcuni come una vera e propria “intimidazione”.

Non per loro, che proseguono senza macchia e senza paura la loro missione. Ma al di là delle misure presenti e future quello che desta particolare allarme è la deviazione dall’obiettivo reale da cui i seguaci di Greta prendono il nome: ambientalisti, ossia coloro che amano e si battono per la tutela dell’ambiente. Ma quando le armi utilizzate sono sbagliate anche la battaglia non ha più senso e perde di significato e contenuti. E anzi, danneggia tutti coloro che fanno azioni concrete – ogni giorno – per salvaguardare il Pianeta senza dover disseminare disordine nelle città. Le associazioni che ne hanno fatto la propria missione, come Legambiente, le Università che con impegno e tenacia si dedicano alla ricerca per trovare soluzioni innovative volte alla sostenibilità e a una transizione ecologica giusta, le comunità cittadine che nel loro piccolo realizzano grandi obiettivi.

Zuppa di verdure contro quadro Van Gogh

Agli ambientalisti dei blitz è rimasto solo il nome: tutto fumo e niente arrosto. Anzi un gran minestrone, come quello lanciato dagli esponenti di Ultima Generazione contro la teca in vetro dove si trovava il quadro di Van Gogh ‘Il seminatore’, in mostra a palazzo Bonaparte a Roma.  Sorte toccata anche a ‘Morte e Vita’ di Klimt nel Leopold Museum di Vienna, imbrattato con un liquido nero e oleoso dai membri del Letzte Generation Österreich per ricordarci che “I nuovi pozzi di petrolio e gas sono una condanna a morte per l’umanità”. Benissimo, ma perché prendersela con Klimt? E che dire delle componenti di Futuro vegetal che al museo del Prado di Madrid si sono incollate alle cornici dei dipinti di Francisco Goya ‘Maja desnuda’ e ‘Maja vestida’.

Anche lei, la donna più famosa al mondo che abita al Louvredi Parigi, la Gioconda, ha ricevuto una torta in faccia dagli attivisti al grido di “Salviamo il Pianeta”. Gli incursori dei musei che con una mano vorrebbero salvare il Pianeta e con l’altra ‘uccidere’ l’arte se la sono presa anche con Leonardo da Vinci, il primo ecologista della storia, colui che per primo capì l’importanza del rapporto tra Uomo e Natura attraverso il pensiero scientifico universale. Ed è quella di Leonardo la risposta più incisiva e lungimirante da dare agli ambientalisti dei blitz, giovani miopi, avventati e vuoti. Nel Trattato della Pittura il più grande scienziato e inventore di tutti i tempi dice: “Chi biasima la pittura, biasima la natura, perché le opere del pittore rappresentano le opere di essa natura, e per questo il detto biasimatore ha carestia di sentimento”. Silenzio, parla Leonardo.

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