Giustizia climatica, l’11 aprile torna in piazza Fridays for Future Italia

Per la giornata mondiale di Sciopero per il Clima. Manifestazioni attese in 20 città, da Roma a Milano fino a Palermo anche contro il decreto sicurezza.

Roma – Il movimento Fridays for Future Italia torna in piazza in tutta Italia venerdì prossimo 11 aprile per la
giornata mondiale di Sciopero per il Clima. “La cornice generale presente – dice il Movimento – è l’instaurazione di una economia di guerra nella quale: parte delle industrie dannose si convertono in industria bellica spostando le risorse economiche dalla riconversione ecologica e aumentando non solo gli impatti ambientali e sociali, ma anche rendendo irreversibile nel breve futuro la variazione di temperatura media globale. Registrata nel 2024 questa è maggiore di un grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali. L’ennesimo campanello di allarme del clima che sta cambiando per causa del sistema economico fossile; gli interessi economici vengono mascherati, alimentando le guerre e l’estrattivismo di risorse dai territori, di cui un esempio sono gli interessi fossili nel genocidio a Gaza.

Le guerre e lo sfruttamento delle risorse “hanno cause profonde, – dicono gli attivisti – come la diseguaglianza sociale tra i territori e i paesi. Alla richiesta di una riconversione dal basso la risposta rimane invece una transizione energetica affidata a grandi aziende come ENI, che puntano, in linea con il Governo, sul gas fossile, spacciato come ‘combustibile di transizione’, per fare diventare l’Italia hub del gas, attraverso il famigerato Piano Mattei, nuova forma di neocolonialismo fossile, a danno dei paesi del sud globale. Non solo, si punta anche sul gas importato via nave dagli USA e paesi mediorientali e su nuovi rigassificatori, strutture costosissime che rischiano di legarci al fossile per decenni; la gestione dei territori e delle città diventa securitaria: il dissenso viene represso affidando le città a interessi privati e portando avanti la
guerra del cemento che aumenta l’impatto degli eventi climatici estremi come le alluvioni”.

Una manifestazione con Greta Thunberg

Per questo il movimento chiede di “realizzare pienamente la riconversione ecologica: – attraverso la creazione di posti di lavoro nei settori socialmente e ambientalmente utili, come da tempo e dal basso provano a fare gli ex operai della ex GKN; – con una pianificazione dal basso che parta dalla raccolta dei reali bisogni presenti nelle città e territori iniziando con il bloccare tutti i progetti dannosi presenti o programmati; – fermando la repressione di chi manifesta e la cementificazione delle nostre città, vera guerra del cemento alla vita”.

Fridays for Future Italia invita a “manifestare in ogni forma per la giustizia climatica e sociale, per ogni decimo di grado in meno, per una pace giusta, costruita dalla democrazia, non per una guerra delle élite per il mantenimento delle disuguaglianze esistenti”. Al momento sono circa 20 le città interessate dalle manifestazioni, tra cui: Roma (piazza Vittorio Emanuele ore 9:30); Milano (largo Cairoli ore 9:30), Torino (piazza Statuto ore 9:30), Palermo (teatro Massimo ore 9). Fridays for Future sui social critica anche il decreto sicurezza. “Il governo italiano – si legge – ha scelto di approvare parte del Decreto Sicurezza (DL 1236, ex DDL 1660, noto anche come Decreto Anti Ghandi) tramite Decreto Legge, una forma emergenziale che deve essere approvata entro 60 giorni dal Parlamento. Si tratta di un precedente di gravità inaudita, – prosegue – in cui il Governo approva una legge contestata bypassando il Parlamento e quindi la possibilità di opposizione“.

Non è il primo caso e sicuramente non sarà l’ultimo: siamo di fronte a una fase storica per l’Italia e sembra evidente che l’urgenza con cui era necessario approvare questa legge sia parte di un percorso già scritto che prevede altri passaggi”, conclude la nota. E ancora, tra le iniziative in campo a Taranto si chiede una mobilitazione “contro il danno ambientale causato dall’ILVA e da tutte le industrie pesanti che inquinano il nostro territorio e continuano a causare malattie e morti“.

Nel frattempo gli attivisti di Extinction Rebellion hanno presentato denuncia nei confronti delle questure di Roma e Brescia per ‘perquisizioni degradanti e arbitrarie, sequestro di persona e violenza privata’. Le denunce si riferiscono a due episodi avvenuti nelle due città. Il primo il 22 novembre 2024 a Roma, durante un sit-in in Piazza del Viminale, sotto il ministero dell’Interno. In quell’occasione, 75 manifestanti furono prelevati e trasportati agli uffici della Questura di Roma. “Il trasferimento in questura è previsto solo in caso di impossibilità di identificazione, circostanza che non si verificava quel giorno dal momento che erano stati forniti i documenti di identità”, precisano gli attivisti. In questura, i manifestanti furono privati degli effetti personali, sottoposti a rilievi biometrici e trattenuti per dieci ore senza la redazione di alcun verbale che giustificasse quanto accaduto. Il secondo episodio, è avvenuto invece il 13 gennaio 2025 a Brescia, durante una manifestazione davanti alla sede di Leonardo Spa.

Dopo lo sgombero, 17 manifestanti furono trasferiti in Questura (sebbene nessuno di loro si fosse opposto all’identificazione), trattenuti per 9 ore e privati dei propri oggetti personali (compresi farmaci e telefoni). Durante il fermo, era stato loro impedito di contattare i propri avvocati e, ad alcune di loro, era stato ordinato di spogliarsi completamente e di eseguire degli squat, “pratica umiliante prevista solo quando si abbia il legittimo sospetto che la persona nasconda armi o droga”, ricordano ancora gli attivisti. “Come giuristi esprimiamo preoccupazione per l’inasprirsi delle prassi di intervento delle forze di polizia di fronte alle manifestazioni di dissenso, anche quando queste siano realizzate con modalità del tutto pacifiche e nonviolente – dichiarano gli avvocati di Extinction Rebellion – Si tratta di una torsione del sistema in una direzione repressiva e volta a scoraggiare la libera manifestazione del pensiero, diritto fondamentale tutelato dalla nostra Carta costituzionale e da fonti di rango sovranazionale. Torsione, peraltro in linea con le recentissime e gravissime involuzioni autoritarie ed antidemocratiche del decreto legge appena approvato che hanno determinato preoccupate prese di posizione, tra gli altri, del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa”.

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