Diffuso anche il filmato della videocamera di sorveglianza che immortala il momento del delitto: Turetta rincorre la ragazza, la uccide con 70 coltellate e poi la carica esanime in auto.
A un anno dal delitto di Giulia Cecchettin, compiuto da Filippo Turetta sabato 11 novembre 2023, riemerge con forza tutto l’orrore di quel femminicidio che ha sconvolto l’Italia. Riaffiora dalle immagini, mostrate in esclusiva dalla trasmissione tv “Quarto Grado”, girate il 18 novembre durante il sopralluogo degli inquirenti nel bosco vicino al lago di Barcis, in Friuli Venezia Giulia, dove l’ex fidanzato aveva nascosto il corpo della 22enne di Vigonovo.
Nel video il maglione di Giulia e un mocassino insanguinato
Nel video si vedono gli inquirenti e le forze dell’ordine che si avvicinano al pendio scosceso nella località che Turetta aveva cercato su una rete Internet protetta per disfarsi del corpo di Giulia, segno inequivocabile, per chi indaga, di premeditazione.
Vicino trovano un fazzoletto di carta insanguinato, il libretto a fumetti “Anche i mostri si lavano i denti”, il mocassino insanguinato indossato dalla ragazza la sera del delitto e i sacchi neri dell’immondizia usati da Turetta per nascondere il corpo.
Quindi l’anfratto roccioso nel quale, grazie al fiuto del cane molecolare Jägeer, è stato individuato il cadavere di Giulia. Si vedono le misurazioni effettuate dagli inquirenti per accertare la profondità in cui era nascosta la salma e la temperatura, prossima allo zero.
A un certo punto la torcia illumina, tra le rocce, il maglioncino di Giulia, sfilato e alla rovescia. In quelle stesse ore Filippo Turetta era nascosto in Germania, dove si era rifugiato alla guida della sua Fiat Grande Punto nera: verrà bloccato proprio la sera del 18 novembre dalla polizia tedesca, fermo sulla corsia d’emergenza dell’autostrada A9, con l’auto rimasta senza benzina. E quindi ricondotto in Italia per essere tradotto nel carcere veronese di Montorio. Al momento è in corso il processo, dove Turetta ha raccontato i particolari raccapriccianti dell’omicidio ammettendo le proprie responsabilità.
Il filmato shock dell’aggressione
Nel filmato mandato in onda su Rete 4 si vedono anche le immagini shock dell’aggressione di Filippo a Giulia, immortalate dalla videocamera di sorveglianza del calzaturificio di Fossò, vicino a Vigonovo, dove lui aveva portato la giovane dopo il primo, violento litigio avuto sotto casa di lei poco dopo le 23 (e denunciato da un testimone che aveva chiamato i carabinieri, i quali però non erano intervenuti perché impegnati altrove).