Via libera del Consiglio dei Ministri ai 17 articoli che riformano la normativa sui lavoratori stranieri in Italia e puntano a evitare truffe.
Roma – Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge che riforma le regole per i flussi di migranti regolari. Il decreto, nello specifico, contiene “disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali”. Si tratta di 17 articoli che intendono riformare la normativa sui flussi di lavoratori stranieri in Italia ed introdurre un giro di vite sull’attività delle Ong in mare e sui ricorsi dei richiedenti asilo.
Il decreto punta a superare il sistema che aveva creato una serie di truffe nei flussi. Si stabilisce così che è irricevibile la domanda del datore di lavoro che nel triennio precedente non ha sottoscritto il contratto di soggiorno all’esito di una precedente domanda. Previsti poi click day separati a seconda della tipologia di lavoratori e ciascun datore di lavoro può presentare al massimo 3 richieste. In via sperimentale, per l’anno prossimo, saranno rilasciati 10mila ulteriori visti d’ingresso per badanti. Una stretta è quindi prevista per le domande di lavoratori provenienti da Paesi “caratterizzati da elevato rischio di presentazione di domande corredate da documentazione contraffatta o in assenza dei presupposti di legge”.
Uno dei punti in discussione era quello di come regolare i lavoratori stagionali cui è scaduto il contratto e che, a legislazione vigente, sono considerati irregolari. Nel caso della sottoscrizione di un nuovo contratto questi stranieri dovrebbero prima tornare nel proprio Paese per poi essere nuovamente richiamati in Italia. Con la novità contenuta nel decreto si prevede che il lavoratore possa restare in Italia con un permesso per 30 giorni in attesa della sottoscrizione di un nuovo contratto. In alcune bozze precedenti era stato proposto – lo chiedevano le imprese del settore ed i sindacati – un periodo più lungo.
C’è poi il giro di vite sulle Ong. Nel testo anche una maggiore regolamentazione sull’operato degli aerei delle associazioni umanitarie che volano sul Mediterraneo per individuare barche di migranti in difficoltà. I velivoli devono avvisare “immediatamente e con priorità” gli enti competenti per l’area attenendosi alle loro indicazioni. Multa fino a 10mila euro e fermo dell’aereo per chi viola le disposizioni. La ratio dietro il provvedimento, ha spiegato il ministro Antonio Tajani, è quello di “aprire all’immigrazione regolare e avere grande rigore contro l’illegalità, contrastare quella illegale, anche chi usa la migrazione regolare per fare business”, con “la volontà di “rimettere nel quadro del rispetto delle regole un fenomeno che è importante per la nostra economia”.
Altra norma che ha richiesto un approfondimento – in questo caso tra gli uffici di Interno e Giustizia – è quella che obbliga il richiedente asilo a cooperare con le autorità italiane per l’accertamento della sua identità “e di esibire o produrre gli elementi in possesso anche se detenuti sui dispositivi elettronici mobili, relativi all’età, all’identità, alla cittadinanza”. Vengono inoltre dimezzati da 14 a 7 i giorni entro i quali il richiedente può ricorrere contro il diniego della domanda di asilo. Previsto anche il trattenimento del richiedente “qualora non abbia consegnato il passaporto o altro documento in corso di validità o non presti idonea garanzia finanziaria, o nelle more del perfezionamento della procedura concernente la prestazione della garanzia finanziaria”.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano è tornato poi sulla questione cellulare, che ha sollevato non poche polemiche. “L’accesso al telefono cellulare dei migranti che arrivano in Italia ha un unico scopo: garantire l’identificazione del migrante o al minimo l’individuazione della provenienza geografica”. “C’è – ha spiegato – l’obbligo di collaborare all’identificazione, posto che chi entra lo fa in modo irregolare. L’obbligo si esplica anche mostrando i dati contenuti nel cellulare, ma solo quelli finalizzati all’identificazione. E’ previsto il divieto di accesso alla corrispondenza e a qualsiasi altra forma di comunicazione e c’è diritto ad assistere con un mediatore culturale. Viene redatto un verbale” e l’accesso al telefono deve essere “autorizzato dal giudice di pace previamente o con una convalida entro 48 ore dopo l’accesso ai dati identificativi. In caso di non convalida o convalida parziale i dati sono inutilizzabili e il giudice ne dispone la cancellazione. Non è un atto come la perquisizione e il sequestro ma è finalizzato solo all’identificazione”, ha ribadito.
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, nella conferenza stampa post-Cdm, che ha proceduto al varo del dl Flussi ha voluto puntare l’accento sul fatto che “Il decreto Cutro dà la possibilità di avere 452 mila quote nell’arco del triennio e contemporaneamente abbiamo una richiesta da parte delle associazioni di categoria di numeri importanti. È altrettanto vero che, per quello che è l’impianto originario della norma su cui incidiamo con questo decreto – il testo unico dell’immigrazione – coloro i quali entrano legalmente in Italia con un permesso di soggiorno, nel momento in cui arriva a scadenza, hanno l’impossibilità di convertirlo in un contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche se il datore di lavoro lo vuole fare, ma non ha un’ulteriore quota a disposizione per lavoro a tempo indeterminato. Noi siamo intervenuti su questo: i dati ci dicono che c’è la possibilità di trasformare un numero importante di rapporti di lavoro che invece vedrebbero una cessazione”.