Il 40% delle persone arrivate nell’ultimo anno in comunità ha iniziato ad usare droghe prima dei 14 anni, senza fare grandi distinzioni.
Roma – Servono sempre più energie a favore della prevenzione contro il consumo di droghe. E’ la parola d’ordine della comunità di San Patrignano che evidenzia come l’età del primo contatto con gli stupefacenti si sia ormai abbassata in maniera spaventosa, tanto che il 40% delle persone arrivate nell’ultimo anno in comunità ha iniziato ad usare droghe prima dei 14 anni, senza fare grandi distinzioni fra una sostanza e l’altra. Un uso e un abuso di sostanze “normalizzato”, inteso dai più giovani una moda, sdoganato da quel mondo adulto che dovrebbe dare l’esempio. Un’analisi che arriva alla vigilia della Giornata mondiale contro la droga, domani 26 giugno.
“La prevenzione va fatta su quelle che sono le prime sostanze con cui si entra in contatto, se la prevenzione partisse dal primo gradino, la cannabis, poi l’avrai anche sui gradini successivi, sulle sostanze successive. – dice Antonio Boschini, responsabile terapeutico della comunità di San Patrignano, commentando la Relazione annuale al parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024 – A mio parere la prevenzione dovrebbe iniziare a partire dagli ultimi due anni delle scuole medie, e i primi due o tre anni delle superiori e andrebbe affrontata con intelligenza, senza terrorismo e non semplicemente affermando che la droga fa male o che una sostanza è più o meno pericolosa di un’altra: così è una prevenzione ambigua”.
“L’insegnamento è quello, specie per i ragazzi, ‘non avete idea di quanto sia bello usare il cervello senza inquinarlo’. Questo dovrebbe essere il messaggio da far comprendere ai giovani: – continua Boschini
– come si combatte l’inquinamento dell’aria, allo stesso modo dobbiamo combattere l’inquinamento del cervello dalle droghe ed è quello che cerchiamo di fare noi a San Patrignano”. “Quelli della relazione sono dati cumulativi che riguardano il consumo delle sostanze e quindi non soltanto chi ne ha dipendenza ma anche chi è nella fase precedente la dipendenza. Viene dato grande rilievo alla cannabis che non c’è dubbio è la prima sostanza che viene usata, è la sostanza di contatto tra un individuo e le sostanze stupefacenti, la famosa porta d’ingresso nel mondo delle droghe”.
“Quello che è cambiato è la potenza della cannabis, – spiega Boschini – quello che contiene, la concentrazione dei principi attivi che è diventata più forte, e maggiore è il principio attivo maggiore è
il rischio di dipendenza e ancora maggiore il rischio di effetti dannosi al cervello. In tantissimi che entrano a San Patrignano ci dicono che hanno iniziato con la cannabis, nella nostra casistica la dipendenza da cannabis è relativa all’8% delle persone che entrano in comunità: affermano che la sostanza da cui avevano maggiore dipendenza era appunto la cannabis, e non è poco”.
“E ancora, la relazione parla della dipendenza da crack e cocaina, e questo è assolutamente in linea con quello che vediamo noi: il 90% delle persone che entrano a San Patrignano hanno problemi o con il
crack o con la cocaina o, addirittura, con entrambe, un dato in crescita da qualche anno a questa parte. – prosegue Boschini – Infine sulle nuove droghe psicoattive, che sono molto dannose ma raramente
sono causa di dipendenza. nessuno è mai entrato in comunità per dipendenza di ketamina, o da lsd, estasi, o altre sostanze di questo tipo. Ma in realtà il 50% delle persone che arrivano da noi confessano di aver fatto uso di queste sostanze come ‘ponte’ tra la cannabis e le sostanze che danno dipendenza come cocaina, eroina e crack”.
La Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico di droga si inserisce pienamente nel programma dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite attraverso l’obiettivo 3 che stabilisce, tra i vari punti riguardanti la salute e il benessere degli individui, il bisogno di “rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol”.