Giorgetti e il Piano strutturale bilancio: nodo pensioni, sanità e aiuti a famiglie

Il ministro dell’Economia parla di una politica “prudente ma realistica”. Molto si punta anche sugli incentivi alla natalità.

Roma – Nella premessa al Piano strutturale di bilancio, trasmesso alle Camere nella notte, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti parla di una politica “prudente ma realistica”. Molto si punta sugli incentivi alla natalità, tenendo conto che “la sostenibilità del welfare dipende dalla demografia”. Ma cruciale è il nodo pensioni e sanità. Diventano strutturali il taglio del cuneo fiscale e il sistema Irpef a 3 aliquote. Le previsioni parlando del deficit sotto il 2% nel 2029 e di un Pil sopra l’1% da qui al 2026, che poi scenderà fino al +0,6% nel 2029. È un Piano strutturale di bilancio di medio termine che “non lascia indietro nessuno” quello messo a punto dal governo italiano e trasmesso alle Camere, in vista della prossima manovra.

Giorgetti nella premessa del documento ne illustra i pilastri: “Sostenibilità del sistema pensionisticoe “qualità del sistema sanitario“. Ma – precisa il ministro – siccome “nel lungo termine la sostenibilità del welfare dipende dalla demografia”, di pari passo “al potenziamento e all’ordinato sviluppo dei pilastri complementari di previdenza e sanità” il Piano va a rafforzare “le politiche per la famiglia, per sostenere la natalità e la genitorialità, con migliori servizi alle famiglie e incentivi dedicati”. Assegno unico universale, piano asili nido, congedi parentali e bonus mamme lavoratrici gli interventi con cui farlo. Diventano strutturali due misure care al governo Meloni: il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35mila euro e il sistema Irpef a 3 aliquote. 

Giorgetti – visto appunto l’enorme debito pubblico che pesa sulle casse dello Stato – riconosce che gli spazi per gli investimenti pubblici sono “limitati”. Parlando di una “politica di bilancio prudente e credibile” definisce però “il sentiero di politica fiscale” del Psb come “realistico”. Si va a disegnare, aggiunge il ministro, “un percorso che consentirà di comprimere stabilmente i tassi di interesse sul debito e lo spread sulle nuove emissioni”. Spazio quindi a un po’ di ottimismo: “La situazione economica, occupazionale e di finanza pubblica dell’Italia è in miglioramento malgrado la caduta dei livelli produttivi dell’industria, il preoccupante allargamento dei conflitti internazionali e sfide tecnologiche e ambientali di crescente complessità”. 

Sugli aiuti alle famiglie, il documento cita, tra le misure vigenti, l’Assegno unico universale, di cui “negli ultimi anni, hanno beneficiato circa 9,6 milioni di bambini, e nel 2023 sono stati erogati circa 18,2 miliardi, che risultano in aumento per il 2024″. Il governo, continua il documento, “intende continuare l’azione di contrasto alla denatalità, attraverso servizi alla prima infanzia”. Tra il 2025 e il 2026 saranno poi “rafforzate le azioni finalizzate ad assicurare la realizzazione del piano asili nido previsto nel Pnrr. Con un investimento di 3,24 miliardi, esso prevede la messa in disponibilità di 150.480 nuovi posti (per bambini tra 0 e 2 anni e tra 3 e 6 anni)”.

C’è poi il capitolo occupazione femminile. Il documento spiega che “il Piano include un insieme di misure, tra cui figurano: per il periodo 2024-2026 la riduzione del 100% dei contributi a carico delle donne lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, con 3 o più figli, entro il limite annuo di 3.000 euro e fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio minore. Solo per il 2024, l’esonero è stato esteso in via sperimentale alle lavoratrici madri di due figli, fino al compimento del decimo anno di età del figlio minore”. Allo studio anche “alcune misure per garantire un maggior sostegno alla natalità, il governo si impegna a supportare le famiglie con figli migliorandone le prospettive socioeconomiche, anche tramite il sostegno alla partecipazione femminile al mercato del lavoro”.

E ancora, il taglio del cuneo fiscale, la conferma delle tre aliquote Irpef, gli aiuti alla natalità e altre “politiche invariate” – misure già esistenti e previste – come il rinnovo dei contratti pubblici e il rifinanziamento delle missioni di pace saranno finanziate con il cosiddetto spazio fiscale, cioè da quelle le risorse che emergono tra l’andamento dei conti e le nuove previsioni programmatiche. Altri interventi, precisa Giorgetti, diventeranno invece possibili grazie alle risorse “derivanti dall’adempimento collaborativo e da altre misure di contrasto dell’evasione fiscale, nonché da misure di contenimento delle uscite”.

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