È un siriano di 26 anni che aveva chiesto e ottenuto asilo. Secondo la polizia non aveva mai attirato l’attenzione in quanto islamista radicale.
Sotto la pioggia e ancora coperto di sangue, ieri sera poco dopo le 23 un siriano di 26 anni si è consegnato alle forze di polizia tedesche: “Sono io quello che state cercando”. Anticipata dalla Bild, la notizia è stata in seguito confermata dal ministro degli Interni della Nordreno -Vestfalia, Herbert Reul, che ha parlato di un individuo “fortemente sospettato” per l’aggressione, che ha provocato a Solingen tre morti e otto feriti.
Poco prima dell’arresto del presunto attentatore, la polizia aveva fatto irruzione in un centro per richiedenti asilo fermando un altro siriano di 36 anni. Ma non era lui “quello che avevamo nel mirino fin dall’inizio”, ha detto poco prima di mezzanotte il ministro degli Interni. Secondo le informazioni dello Spiegel, il reo confesso dell’attentato sarebbe un siriano di 26 anni, si chiamerebbe Issa Al H. e, a quanto riferito, si era nascosto in un cortile. Riferisce sempre Spiegel che era arrivato in Germania nel 2020 e aveva chiesto asilo a Bielefeld, ottenendolo. Secondo alcuni media tedeschi, il sospetto attentatore avrebbe dovuto essere espulso, ma di lui si erano perse le tracce.
“Ora abbiamo la persona che abbiamo cercato tutto il giorno” – ha detto il ministro degli Interni della NRW Reul – “Sono state sequestrate anche le prove”. Venerdì sera l’uomo ha colpito con un coltello persone a caso durante una festa per i 650 anni dalla fondazione della cittadina del Nordreno-Vestfalia, uccidendone tre e ferendone otto, cinque delle quali in modo grave e facendo perdere le sue tracce fuggendo poi tra la folla. Si era subito scatena una potente caccia all’uomo che aveva portato ieri mattina al primo fermo di un ragazzo di 15 anni, sospettato di avere avuto contatti con l’esecutore dell’attacco. Non è ancora chiaro quale ruolo abbia avuto nell’aggressione l’uomo arrestato nel centro di accoglienza poche ore prima che il presunto assassino con coltello si costituisse.
Intanto tra un fiume di notizie frammentarie, le tessere del mosaico, seppur giunte in ordine sparso, sembrano prendere ordine, confermando la firma del terrorismo islamico sulla strage. Secondo Welt, un testimone aveva raccontato alla polizia che durante l’assalto l’autore avrebbe gridato “Allahu Akbar” e la Procura aveva ammesso, in conferenza stampa a Wuppertal, di “non poter escludere la pista del terrorismo”. Pista corroborata dalla rivendicazione dell’Isis giunta in serata da Beirut: “L’autore dell’attacco a un raduno di cristiani nella città di Solingen in Germania era un soldato del gruppo dello Stato islamico“, recita una dichiarazione dell’agenzia di stampa jihadista Amaq su Telegram. L’attacco è stato compiuto “per vendetta per i musulmani in Palestina e ovunque”.