Il capoluogo ligure fanalino di coda nella raccolta differenziata.
Genova – Secondo l’Istat, ancora oggi, verso fine anno, i dati sulla raccolta differenziata non sono incoraggianti: 35,2% il risultato raggiunto nel mese di settembre, 34,8% il dato tendenziale dei primi 9 mesi del 2019, ben al di sotto della media del Nord Ovest (62,2%), quasi alla pari di quella del Sud (43,3%) escluse le Isole (26,0%).
Dati che, se pure in leggera crescita, si discostano poco dal 33,49% dello scorso anno.
I piani e i proclami di grande rilancio, che avrebbero dovuto far migliorare lo standard della differenziata, sono naufragati e i risultati sono lontani dal raggiungimento del 70% che, nel 2017, il sindaco Marco Bucci aveva previsto di poter raggiungere in un triennio. Visto l’andamento, quindi, sembra inevitabile che il Comune di Genova paghi anche per il 2019 una multa salata alla Regione per il mancato raggiungimento dell’obiettivo minimo del 40%; per il 2018 deve pagare circa 488 mila euro.
Inevitabile chiedersi perché, di chi sia la responsabilità, che cosa non funzioni nel sistema di raccolta differenziata genovese.
Come si potrebbe migliorare nel sistema di raccolta dei rifiuti?
Una proposta potrebbe essere quella di organizzare, laddove possibile, la raccolta di rifiuti differenziata nei singoli condomini, con il sistema del porta a porta -meglio del portone a portone – così come accade a Milano, che ha superato abbondantemente il 50% e in molte altre città del nord, dove l’ambiente è migliorato proprio grazie alla raccolta differenziata. E non si tratta di numeri da poco: il peso della differenziata a Milano, città metropolitana, in un anno è di quasi un milione di tonnellate, secondo le dichiarazioni ambientali depositate nel 2018: quantitativo nettamente superiore rispetto a dieci anni fa (+16,8%) grazie soprattutto alla raccolta di organico (+66,2%), plastica (+49,7%) e rifiuti elettrici (+40,8%). Questi sono i dati emersi da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi su dati Mud (Modello unico di dichiarazione ambientale) sulle dichiarazioni presentate dal 2008 al 2018.
Occorre poi rivedere almeno la distribuzione dei cassonetti in città, evitando come avviene oggi, di inserirli negli angoli più bui delle strade e rendendone pericoloso l’accesso. Ci sia aspetta un po’ di più da Amiu, la municipalizzata genovese che ha il compito istituzionale di organizzare al meglio la raccolta e lo smaltimento.
E poi c’è il problema sporcizia. Capita di questi tempi di veder passeggiare in tutta tranquillità topi grossi come gatti in via Roma, salotto buono della città, e intorno ai cassonetti stracolmi delle vicinanze.
Capita ancora di dover prestare eccessiva attenzione, lungo la passeggiata sul mare che dalla Foce porta a Boccadasse, piccolo e splendido centro di pescatori vicino alla città, per non calpestare escrementi animali in bella mostra.
Questo nelle zone centrali, ma la situazione diventa ancora più complicata non appena si esce dal centro.