Genova, detenuto borderline pestato dagli agenti: le denunce del legale e del Garante

Il 25enne con disturbi della personalità, sarebbe stato aggredito in sala colloqui. Associazione Yairaiha: “indagine approfondita”.

Genova – Denuncia choc di un detenuto italiano di origini tunisine del Marassi, Yousef, 25 anni, vittima di un brutale pestaggio da parte di alcuni agenti di polizia penitenziaria. Pestaggio che ha anche un testimone: sarebbe avvenuto davanti agli occhi del suo avvocato, Sonia Bova del Foro di Lecco, che ha presentato un esposto in procura. I fatti risalgono allo scorso 3 ottobre, giorno in cui il legale doveva avere un colloquio con il 25enne detenuto a Marassi dallo scorso agosto per reati di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane, residente in Lombardia, dal suo arresto nel 2022 è stato continuamente trasferito prima dal carcere di Milano ad altri penitenziari lombardi, poi a Cuneo, a Torino, e infine a Genova. 

Due gli esposti presentati alla procura della Repubblica di Genova. Uno dalla famiglia del venticinquenne, tramite l’avvocato Sonia Bova, testimone oculare di quanto accaduto, l’altro dal garante dei detenuti di Regione Liguria Doriano Saracino, che sabato si è recato a Marassi a trovare il detenuto, sincerandosi delle sue condizioni di salute. La ricostruzione dei fatti contenuta nelle denunce: il 3 ottobre il legale era come da prassi nella sala avvocati del carcere, in attesa del colloquio con il detenuto.

Un gruppo di agenti, pare fossero in sei, sarebbe entrato nella stanza in cui si trovava il detenuto. Una volta dentro uno dei poliziotti avrebbe colpito al volto con uno schiaffo il ragazzo facendogli cadere gli occhiali. Ma il 25enne ha reagito e a quel punto anche gli altri agenti si sarebbero scagliati su di lui, pestandolo con calci e pugni per alcuni minuti, non fermandosi nonostante le urla disperate della vittima e del suo avvocato. Dopo oltre 48 ore dalla presunta aggressione, il giovane è riuscito a contattare la famiglia. Avrebbe il labbro e alcune costole rotte. Attualmente si troverebbe in isolamento.

Ci sarebbe poi un terzo esposto presentato dall’Associazione Yairaiha Ets, impegnata nella tutela dei diritti dei detenuti, riportato da Il Dubbio. Il giovane Yousef avrebbe disturbi della personalità. Tutto sarebbe iniziato con un semplice saluto, percepito da Yousef, particolarmente fragile dal punto di vista psichico, come una provocazione. La reazione esclusivamente verbale del detenuto, seppur aggressiva, sarebbe stata scatenata da questo episodio. L’Associazione Yairaiha, nell’esposto, sottolinea che il disturbo borderline del 25enne lo rende particolarmente vulnerabile allo stress e alle provocazioni, una condizione che avrebbe dovuto indurre il personale a maggiore cautela. Viene menzionata la presenza di potenziali testimoni, incluso l’avvocato di Yousef e un altro avvocato presente nella sala colloqui. Inoltre, l’esposto riporta che la sorella del ragazzo sarebbe stata contattata dalla madre di un altro detenuto, il quale avrebbe notato le condizioni del ragazzo durante l’ora d’aria.

E sempre come ricostruisce Il Dubbio, “suscita perplessità il successivo trasferimento improvviso di quest’ultimo detenuto, avvenuto il 5 ottobre, che potrebbe far sorgere dubbi sulla possibilità di allontanare potenziali testimoni. L’Associazione Yairaiha Ets chiede pertanto un’indagine urgente, con l’acquisizione di tutte le testimonianze disponibili e di eventuali registrazioni video. Richiede inoltre l’adozione immediata di misure volte a garantire la sicurezza e l’integrità psicofisica di Yousef, nonché un costante monitoraggio del suo stato di salute mentale durante la detenzione”.

Un episodio che riporta alla mente il pestaggio choc avvenuto a Reggio Emilia nel 2023: inizialmente attesa per l’inizio dell’autunno, è slittata ulteriormente la data della sentenza del processo che vede imputati dieci agenti della polizia penitenziaria per l’accusa di tortura e lesioni ai danni di un detenuto. Le accuse, a vario titolo, di tortura, lesioni e falso riguardano dieci imputati. Il numero potrebbe però aumentare. La pm sta vagliando il rinvio a giudizio per almeno tre indagati le cui posizioni erano state stralciate. Si tratta sempre di agenti della penitenziaria, con un ruolo più marginale nella vicenda in quanto non avrebbero preso parte in modo attivo al pestaggio. Anche se inquadrati quasi come “spettatori”, secondo l’accusa è tangibile il loro contributo nella vicenda, tale da configurarsi il concorso morale nel reato di tortura e lesioni.

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