Garante detenuti: l’Intelligenza artificiale per le scarcerazioni e le misure alternative

Secondo i dati circa 19mila reclusi hanno pene residue fino a tre anni e sulla base nella normativa potrebbero uscire dal carcere.

Roma – Affidarsi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale “nella fase ricognitiva sulle istanze per le istruttorie finalizzate alle misure alternative e alla scarcerazione”. E’ la proposta lanciata da Irma Conti, del collegio del Garante nazionale dei detenuti, secondo cui circa 19mila detenuti (tenendo conto del tipo di reato) hanno pene residue fino a tre anni e sulla base nella normativa potrebbero uscire dal carcere optando per misure alternative.

La “maggior parte delle volte però la burocrazia crea ostacoli: per la semplificazione e la sburocratizzazione degli uffici dell’esecuzione penale, in carico ai tribunali di sorveglianza e agi ufficio di esecuzione penale esterna, una soluzione potrebbe essere l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale”, sottolinea Conti. La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha indetto proprio per oggi una mobilitazione nazionale, denunciando il “silenzio assordante da parte della politica e della società civile sul carcere”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa