Gli immigrati incassavano il reddito di cittadinanza ma non risiedevano in Italia da 10 anni come dichiarato.
San Vito al Tagliamento – Dopo oltre un anno di pagamenti regolari del reddito di cittadinanza è stata l’Inps ad accorgersi che qualcosa non andava nella posizione di tre cittadini romeni che erano riusciti ad accedere al sussidio dichiarando falsamente di risiedere in Italia da oltre dieci anni come previsto dalla legge. Oltre alla residenza, infatti, sul loro conto scarseggiavano le informazioni e non esistevano riscontri né di carattere tributario né di stato civile.
A questo punto sono intervenuti i finanzieri di San Vito al Tagliamento che incrociando le risultanze delle tante banche dati a disposizione con gli esiti dell’attività di verifica sul campo hanno scoperto che i tre romeni avevano chiesto, ed ottenuto, il codice fiscale attestando all’Agenzia delle entrate di essere fiscalmente domiciliati in Italia ad un indirizzo che, nell’autocertificazione presentata per l’accesso al reddito di cittadinanza, è d’un tratto divenuto il luogo della “residenza ultradecennale”. Prima di essere denunciati alla magistratura hanno fatto in tempo a mettersi in tasca 25.700 euro.