Coinvolte diverse società con sede in Spagna, Portogallo e Italia. Sequestrati dalla Gdf beni per oltre tre milioni di euro.
Genova – Vasta operazione antimafia stamani a Genova, dove i militari del Comando Provinciale e del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di Finanza hanno arrestato 5 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele e omesso versamento Iva. Il tutto per un giro d’affari di oltre 3 milioni di euro.
Si tratta di Salvatore Vetrano, Anna Bruno e Mauro Castellani, ora in carcere, e di Giuseppe Licata e Sebastiana Germano, agli arresti domiciliari. A dirigere il meccanismo, attivo dal 2015 al 2021, lo stesso Vetrano, i cui reati sono stati contestati con l’aggravante di aver commesso tali delitti al fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso “Cosa Nostra”. Dei 12 soggetti complessivamente indagati, sei sono accusati di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, al riciclaggio, nonché al compimento di una vasta frode all’iva.
Le misure cautelari sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo.
Secondo quanto si apprende, attraverso società con sede in Spagna, Portogallo e Italia, aventi quale amministratore di fatto e socio occulto Salvatore Vetrano, rivelatosi capo e promotore della associazione e quali amministratori e soci soggetti da lui stesso scelti (o scelti da altri associati), l’associazione consentiva al Vetrano di partecipare a varie società, tutte collegate tra loro, e di gestire, nel periodo 2015-2021, un giro d’affari basato sull’importazione di prodotti ittici surgelati dalla Spagna e dal Portogallo all’Italia, nonché di porre in essere reiterate e gravi frodi fiscali consistite nel trasferire illecitamente su “missing trader” (ditte cioè che omettevano il versamento dell’imposta applicata in fattura) il debito iva nascente dalle transazioni e nel garantirsi, nel contempo, la possibilità di praticare prezzi al di sotto delle normali condizioni di mercato, con conseguente alterazione della libera concorrenza, nonché, infine, di reimpiegare il denaro provento delle fittizie intestazioni societarie e dei delitti di evasione nelle società estere riconducibili a Salvatore Vetrano.
Le “frodi carosello” venivano realizzate dall’associazione attraverso: società con sede in territorio iberico destinate all’esportazione verso l’Italia di prodotti ittici surgelati, ditte che omettevano il versamento dell’imposta applicata in fattura ai propri cessionari con sede sul territorio nazionale (Mondocarne S.r.l., Cariban Pesca S.r.l., Pescado Mediterraneo S.r.l.s., Marifish S.r.l., Sarda Fish S.r.l., Ittica Monzese S.r.l., Blau Pesca S.r.l., L.G. Surgelati S.r.l.), costituite al solo scopo di effettuare solo formalmente le importazioni, rivendere i prodotti, accumulare e non versare ingenti debiti iva, per poi scomparire nell’arco di un biennio o poco più. Infine entità “buffer”, vale a dire “filtro”, come la ditta Individuale Mauro Castellani e la Liguria Surgelati, realmente esistenti, destinate ad acquistare i prodotti formalmente importati dai “missing trader” e a rivenderli ai clienti finali con prezzi stracciati rispetto alla concorrenza onesta.
L’associazione realizzava due tipologie di frode: nella prima i missing trader, mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, ponevano in essere fittizie operazioni di acquisto intra-UE e successive fittizie cessioni nazionali con la conseguente maturazione: di un debito iva in capo al missing trader e di un credito iva in capo al cliente finale, che senza l’interposizione avrebbe invece acquistato direttamente dal fornitore estero senza iva, per effetto del citato reverse-charge e l’accumulo finale di un ingente debito di imposta, che non sarebbe mai stato pagato, in capo ai missing trader stessi.
In alternativa i buffer riconducibili all’associazione svolgevano il ruolo di “filtro”, acquistando formalmente i beni dai missing trader nazionali e cedendo, a loro volta, gli stessi beni ai clienti finali nazionali. In questo caso, l’artificioso e fraudolento credito IVA, non maturabile in caso di acquisto intracomunitario, andava a beneficio delle società-filtro che, in sede di liquidazione dell’iva, lo avrebbero detratto dal debito derivante dalle cessioni oppure richiesto in pagamento all’Erario.
I mandati di arresto europeo nei confronti di Vetrano Salvatore e Bruno Anna, residenti da tempo in Spana, sono stati eseguiti a Barcellona da personale della Divisió d’Investigació Criminal de Mossos d’Esquadra, con il supporto del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Genova ed il coordinamento del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, ed a Vigo da personale dalla Policia Nacional – Unidad de Delincuencia Económica y Fiscal. Nei confronti di 8 indagati il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 3 milioni di euro, corrispondente al profitto delle attività illecite poste in essere.