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Società “filtro” nel commercio di carburanti e autovetture, danno da 30 milioni di euro

Smascherato un complesso schema evasivo attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e la cessione di crediti IVA fittizi.

Prato – La Guardia di Finanza ha scoperto una maxi frode fiscale nel settore del commercio di carburanti e autovetture, perpetrata mediante l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 30 milioni di euro e IVA per circa 6 milioni di euro da parte di una società pratese, ed altre imprese localizzate sul territorio nazionale prive di qualsiasi struttura aziendale ed intestate a soggetti prestanome, utilizzate principalmente con funzione di società “filtro”.

I finanzieri, con il coordinamento della locale Autorità Giudiziaria, hanno ricostruito l’intero schema evasivo, costituito da oltre 7 società/imprese cartiere nazionali che acquistavano soprattutto gasolio da società ubicate in Paesi comunitari e non, quali Inghilterra, Croazia, Ungheria e Malta. Le citate cartiere cedevano il prodotto alle cd. società “filtro”, una a Prato, che, a loro volta, vendevano la merce a numerosi clienti esercenti l’attività di distributori all’ingrosso ed al dettaglio, ubicati su tutto il territorio nazionale.

Acquistavano gasolio a prezzi competitivi

I passaggi, meramente documentali, tra cartiere e società filtro, permettevano quindi di operare cessioni sottocosto a prezzi concorrenziali rispetto agli altri operatori commerciali del settore, mantenendo dei margini di guadagno essenzialmente basati sull’evasione d’imposta e traendo enormi profitti con evidenti distorsioni sul mercato. Le società “cartiere”, nell’interporsi tra i fornitori esteri e i distributori, non procedevano al versamento delle imposte dovute sulle cessioni, consentendo a quest’ultimi di detrarsi indebitamente l’Iva e praticare conseguentemente prezzi inferiori a quelli di mercato, con un evidente effetto distorsivo della concorrenza.

Oltre alle fatture per operazioni inesistenti, i finanzieri hanno anche rilevato la cessione di crediti IVA fittiziamente maturati (a fronte di attività esistenti solo sulla carta) per un importo totale di circa 22 milioni di euro, attraverso l’utilizzo strumentale di circa 30 imprese inattive e prive di struttura aziendale. L’indagine, che ha consentito di individuare la complessa frode, ha portato alla segnalazione alla competente Procura della Repubblica di 35 soggetti coinvolti, per i reati di dichiarazione fraudolenta e indebite compensazioni, di cui 7 sono stati altresì segnalati per il reato di associazione per delinquere, tra cui 5 professionisti che si occupavano delle validazioni dei crediti fittizi.

Inoltre, le indagini finanziarie espletate dai finanzieri consentivano di individuare condotte di riciclaggio e autoriciclaggio per oltre 3,5 milioni di euro. A margine delle attività di indagine, le Fiamme Gialle di Prato hanno recuperato a tassazione una base imponibile di circa 33 milioni di euro per le imposte sui redditi, oltre a circa 13 milioni di euro di IVA evasa.

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