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Frode europea nei pezzi di ricambio auto

Eseguito un decreto di sequestro preventivo a carico di due società operanti nel commercio dei pezzi di ricambio per auto, per un ammontare complessivo di oltre 6 milioni di euro, costituente l’illecito profitto derivante da una ingente evasione di IVA.

Bologna – La misura cautelare segna l’epilogo di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica felsinea e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria locale, che ha consentito di far luce su un’ingente frode fiscale, perpetrata da società bolognesi attraverso la fittizia interposizione di soggetti economici esteri nella compravendita di pezzi di ricambio per automezzi di un noto brand.

In particolare, grazie anche alla collaborazione delle autorità giudiziarie francesi e ungheresi, è stato accertato che due imprese italiane avevano acquistato pezzi di ricambio per svariati milioni di euro, da due compiacenti grossisti piemontesi, i quali, anziché fatturare applicando l’IVA, hanno simulato vendite in favore di due società con sede in Ungheria, sfruttando il regime di “non imponibilità” previsto per gli scambi intracomunitari. Al fine di rendere “credibile” l’illecito e sofisticato modus operandi, è stata coinvolta un’azienda di logistica con sede a Torino, incaricata di approntare falsi documenti attestanti il trasporto e il deposito della merce in Francia.

Le indagini hanno consentito di scoprire che le aziende magiare, riconducibili a uno degli imprenditori italiani e artefici del disegno fraudolento, erano del tutto prive di un’adeguata organizzazione di risorse e mezzi strumentali. Inoltre, l’incrocio tra i dati contenuti nei documenti di trasporto con le date e gli orari dei transiti di automezzi in uscita dall’Italia, attraverso il traforo del Frejus, ha consentito di dimostrare la fittizia movimentazione della merce Oltralpe.

All’esito delle indagini e delle connesse verifiche fiscali, è stata ricostruita un’evasione di IVA complessivamente pari a oltre 6 milioni di euro, perpetrata attraverso un vorticoso giro di fatture false ammontanti a circa 30 milioni di euro, per le quali sono state denunciate alla locale Procura della Repubblica 5 persone, tra le quali i due imprenditori bolognesi nei cui confronti sono stati sottoposti a sequestro diversi immobili e ingenti disponibilità finanziarie.

L’operazione è stata molto complessa.

L’azione condotta testimonia, ancora una volta, l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alle frodi all’IVA che arrecano gravi danni alle entrate dello Stato e violano le regole della libera e “sana” concorrenza, posta a tutela dell’altrettanta sana imprenditoria.

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