Tre aziende terziste impiegavano manodopera irregolare per ottenere vantaggi competitivi.
Forlì Cesena – Nuovo colpo al lavoro nero nel distretto del mobile imbottito di Forlì: la Guardia di Finanza di Forlì-Cesena, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro di Rimini e Forlì-Cesena, ha scoperto tre aziende terziste che impiegavano lavoratori in nero, nel corso di una serie di controlli effettuati nei giorni scorsi.
Nel dettaglio, durante tre ispezioni condotte in simultanea dai finanzieri del Gruppo di Forlì, sono state identificate 14 persone, tutte di origine straniera, intente a svolgere attività lavorativa presso i cosiddetti “poltronifici”, aziende specializzate nella produzione di imbottiti. Tre di questi lavoratori risultavano impiegati senza alcuna regolarizzazione contrattuale.
Tra questi anche un cittadino straniero privo di regolare permesso di soggiorno, per il quale sono state avviate le procedure di identificazione e rimpatrio, con il supporto dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Forlì. La sua posizione è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ipotizza il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio nazionale.
La titolare di una delle imprese, una 52enne di nazionalità straniera, è stata denunciata alla Procura della Repubblica per l’assunzione di manodopera clandestina.
Le tre aziende coinvolte saranno inoltre sanzionate amministrativamente e potranno subire provvedimenti accessori come la sospensione dell’attività imprenditoriale.
L’operazione rientra nella più ampia strategia di controllo dei distretti produttivi voluta dalla Guardia di Finanza per contrastare forme di concorrenza sleale, evasione fiscale e sfruttamento lavorativo. Secondo i dati forniti, dall’inizio dell’anno in provincia di Forlì-Cesena sono già stati scoperti 18 lavoratori in nero e 7 irregolari.
Il lavoro nero, sottolineano le Fiamme Gialle, danneggia l’intero sistema economico, sottraendo risorse allo Stato, compromettendo i diritti dei lavoratori e falsando la concorrenza tra imprese.