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Foibe: ok a testo unificato, Urzì: “Primo passo per togliere onorificenza a Tito”

Entro giovedì gli emendamenti al provvedimento che andrà a completare la legge istitutiva della Giornata del Ricordo.

Roma – “Sono soddisfatto, è la prima tappa di un percorso che porterà all’approvazione di un provvedimento atteso come completamento della legge istitutiva della Giornata del Ricordo: non possiamo da un lato celebrare il ricordo della tragedia e dall’altro lasciare intatta la più alta onorificenza a colui che ne è stato ispiratore”. Sono le parole del deputato Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari costituzionali e relatore della proposta di legge con la quale, modificando le norme attualmente in vigore sulla revoca delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, la maggioranza punta a togliere l’onorificenza di cavaliere di Gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana al maresciallo Tito.

Al testo unificato approvato, entro giovedì 22 febbraio potranno essere presentati emendamenti. Hanno votato tutti a favore per l’adozione del testo proposto, fa notare Urzì: nel corso del dibattito sono stati toccati alcuni punti, innanzitutto il tema di “chi attesta il fatto che una personalità si sia macchiata di gravi crimini contro l’umanità. La norma – osserva il capogruppo di Fdi – fa doverosamente riferimento a un principio di carattere generale che deve essere riconosciuto senza bisogno di sentenze passate in giudicato. Sarebbe grave, non spetta alle istituzioni, aprire un processo su qualsiasi personalità, ma bisogna riconoscere ciò che la storia ha reputato criminale”.

Un via libera quello della commissione Affari costituzionali della Camera che era molto atteso. Obiettivo esplicitato della maggioranza è quello di procedere alla richiesta della revoca dell’onorificenza della
Repubblica italiana, conferita nel 1969 all’ex presidente della Jugoslavia Josip Broz, il maresciallo Tito. Con questa finalità Massimiliano Panizzut (Lega), Walter Rizzetto e Fabio Rampelli (entrambi Fdi), avevano presentato tre pdl poi unificate nel testo base. “Sono molto soddisfatto per questo risultato e auspico una approvazione rapida in Aula. Rendiamo giustizia alla memoria di migliaia di italiani morti per ordine
di Tito nelle foibe e a quanti sono stati protagonisti dell’esodo istriano-fiumano-dalmata”, è stato il commento di Rizzetto.

Durante il dibattito i gruppi di minoranza hanno illustrato le loro posizioni. Il Dem Gianni Cuperlo ha voluto ricordare come in “quel confine orientale” tra Italia e Jugoslavia “non si sono consumate deportazioni, espulsioni o pulizie etniche bensì fenomeni di sostituzione nazionale. Senza con questo voler
ritenere tali fatti meno gravi della pulizia etnica”, ha puntualizzato. Delle relazioni illustrative ai testi proposti
Cuperlo ha stigmatizzato “la totale rimozione delle responsabilità storiche del regime fascista in quelle terre, con la persecuzione e la repressione della popolazione slovena”, segno, ha concluso, che possano essere “il frutto di una campagna politica e propagandistica”, il “tentativo di riabilitare ciò che non è riabilitabile”.

Alessandro Urzì

“Oggi il collega Cuperlo ha puntato il dito verso la maggioranza accusata senza giri di parole di ‘aizzare gli animi per desiderio di vendetta’ – ha affermato Urzì dopo il via libera al testo – ma vendetta verso di chi? Perché se una volontà espressa della maggioranza è quella di ritirare la onorificenza al criminale Tito, chi nutre o può nutrire disagio per il ritiro dell’onorificenza a Tito?”.

Quanto all’astensione di Avs, la scelta la spiega Filiberto Zaratti facendo notare che “il testo all’articolo 1 non è circoscritto e definito. Come si stabilisce che qualcuno si è macchiato di crimini contro l’umanità? Chi lo stabilisce e come? Con una sentenza della Corte di giustizia europea, con una sentenza di un tribunale o come?”.

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