Finti agenti rapinano imprenditore: sette misure cautelari

Violenza e minacce alla famiglia, bottino da oltre 175 mila euro. Tra i reati contestati anche porto illegale di armi e possesso di segni distintivi contraffatti.

Catania – I Carabinieri del Comando Provinciale hanno eseguito l’applicazione di misure nei confronti di 7 indagati, di cui 6 sottoposti alla custodia in carcere ed uno agli arresti domiciliari, per associazione per delinquere e rapina aggravata, oltre ad altri delitti tra cui lesioni personali, possesso di segni distintivi contraffatti, detenzione e porto illegale di armi e porto illegittimo di oggetti atti ad offendere. Uno dei presunti autori è accusato di concorso nel reato di rapina.

Aspetto singolare della vicenda era poi rappresentato dalla pratica ancestrale, da parte di uno dei componenti dell’organizzazione, di origini senegalesi, che garantiva protezione e sostegno spirituale agli assalti, attraverso rituali esoterici che promettevano il buon esito delle attività criminose.

In particolare, la vittima, un imprenditore catanese di 40 anni, è stata fermata da alcuni individui che, a bordo di due autovetture, una delle quali con lampeggiante blu acceso, con addosso cappellini e pettorine e con palette con la scritta “Guardia di Finanza”, imponevano di dover effettuare una perquisizione domiciliare per effettuare di indagini relative ad un traffico di armi.

Cappellini, pettorine e palette con la scritta “Guardia di Finanza”.

I sei soggetti, una volta entrati all’interno dell’abitazione, rivelavano di essere rapinatori e non degli appartenenti alle forze dell’ordine ed a quel punto, a testimonianza della compagna e della figlioletta, di appena 16 mesi, hanno attuato i atti di violenza e di gravi minacce verso l’imprenditore, riuscendo ad ottenere la consegna di una prima somma di denaro pari a circa 16 mila euro, oltre a gioielli di elevato valore e orologi di lusso acquistati per oltre 60 mila euro. Altri 100 mila euro sarebbero stati rubati, entro un’ulteriore abitazione a Misterbianco.

L’estremo, a fronte delle violenze sono state le minacce verso la coppia di sottrarre la figlia minore per venderla all’estero e l’amputazione di un dito della mano sinistra dell’uomo mediante l’utilizzo di una grossa cesoia.

Durante le attività tecniche ed investigative è stata accertata la consumazione di un’ulteriore rapina, rimasta in fase preparatoria grazie all’azione dei carabinieri.