Questa la possibile strategia della difesa. L’auto del ragazzo, arrivata in Italia, sarà analizzata dai Ris di Parma. Sotto la lente il sangue presente nell’abitacolo.
Verona – Filippo Turetta potrebbe evitare l’ergastolo se i legali del ragazzo, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, puntassero a evidenziare la “preordinazione” del delitto, evitando così l’aggravante della “premeditazione”, in ogni caso ancora da dimostrare. Questa sarebbe secondo indiscrezioni la strategia che potrebbero adottare i difensori durante il processo.
In base all’art. 577, comma 1, n. 3, del codice penale, la massima pena è prevista infatti se l’omicidio volontario è eseguito con premeditazione, ma non se c’è “preordinazione”. La preordinazione prevede un omicidio con la preparazione dei mezzi minimi necessari all’esecuzione. Un atteggiamento che deve avvenire immediatamente prima del delitto, senza quindi una completa volontà dell’autore del crimine. Turetta prima di incontrare Giulia aveva con sé del nastro adesivo e un coltello. Per la premeditazione in base alla sentenza 37825 della Cassazione Penale nel 2022 occorre che ci sia un “persistente pensiero omicida” per un “determinato e ampio lasso di tempo”. E se non c’è la premeditazione c’è sempre l’aggravante della crudeltà che potrebbe trovare applicazione. Turetta è inoltre accusato di sequestro di persona.
Intanto la Grande Punto nera, custodita dalla polizia di Halle (Germania) e arrivata venerdì 14 dicembre al laboratorio del Ris di Parma in un furgone scortato, verrà sottoposta ai necessari rilievi. Sotto la lente di ingrandimento il sangue all’interno del veicolo, che sarà sottoposto alla «bloodstain pattern analysis», che consentirà di stabilire la disposizione e la direzione del sangue nell’abitacolo.