Fatture false per evadere l’Iva: maxi sequestro da 2 milioni a Caserta

Nel mirino della Guardia di Finanza sono finite 3 società attive nel commercio di materiale plastico all’ingrosso e 5 amministratori.

Caserta – Frodi per evadere l’Iva, sequestri nei confronti di 3 società operanti nel settore del commercio all’ingrosso di materiale plastico e dei rispettivi 5 amministratori, per un totale di circa 2 milioni di euro. Il provvedimento è stato eseguito dal comando Provinciale della Guardia di Finanza, su disposizione del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Le misure cautelari traggono origine da una complessa attività d’indagine, che ha consentito di disvelare e interrompere un articolato sistema di frode all’iva, perpetrato da una società che, costituita nel 2019, aveva esponenzialmente incrementato il proprio volume d’affari nei due anni successivi, emettendo fatture per oltre 10 milioni di euro senza adempiere ad alcun obbligo fiscale.

I successivi accertamenti svolti – ad oggi nella fase embrionale delle indagini preliminari – hanno fatto emergere che la società, rappresentata nel corso del tempo da due “prestanomi” compiacenti e amministrata di fatto da un terzo soggetto, priva di una sede effettiva, dei mezzi e del personale necessari allo svolgimento di attività commerciale, risultava svolgere il ruolo di mera “cartiera” all’interno di una frode carosello. Questo schema di frode, attraverso l’emissione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, si interponeva negli acquisti di materiale plastico tra i fornitori esteri e le società beneficiarie stabilite sul territorio nazionale, destinatarie dell’odierno provvedimento.

In realtà, le cessioni dei beni oggetto della commercializzazione erano fittizie, poiché la merce proveniente dall’estero non sarebbe mai transitata dalla sede della società interposta. L’analisi della copiosa documentazione bancaria acquisita ha consentito di consolidare l’ipotesi che, contrariamente a ogni comune ed ordinaria prassi commerciale, fossero sempre le imprese finali beneficiarie della frode a finanziare l’acquisto dai fornitori unionali di riferimento, anticipando le liquidità necessarie alla società cartiera. le somme accreditate venivano quasi contemporaneamente bonificate alle società estere per effettuare gli acquisti di merce.

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