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Fatture false per 10 milioni di euro: scoperta maxi-frode nel commercio di pallet

Il giro di società cartiere ha evaso il fisco per oltre 3 milioni e mezzo di euro e percepito sostegni Covid per mezzo milione.

Reggio Emilia – Compravano pallet “in nero” e poi facevano girare la merce attraverso diverse società “cartiere” che, emettendo fatture per operazioni inesistenti, permetteva loro di evadere il fisco e guadagnare milioni di euro. La rete criminale, che operava in provincia di Reggio Emilia, è stata smascherata e fermata dalla Guardia di Finanza. L’emissione di fatture false aveva raggiunto un valore complessivo di 10 milioni di euro, permettendo di risparmiare per 3 milioni e mezzo di euro di imposte.

Le ispezioni della Gdf

I finanzieri hanno ricostruito nei dettagli il meccanismo fraudolento con cui i malviventi operavano. I soggetti coinvolti nella frode acquistavano “in nero” i bancali da conducenti di autocarri o corrieri, che, dopo aver effettuato le consegne delle merci, trattenevano i pallet serviti a trasportarle. I bancali venivano poi rivenduti legalmente da società, appartenenti al sodalizio, dichiarandone i ricavi. Ad acquistare i pallet in nero erano invece diverse società “cartiere”, le quali emettevano fatture per operazioni inesistenti nei confronti delle imprese che si occupavano della rivendita legale della merce: annotando le fatture, hanno dedotto il costo e simulato l’acquisto regolare. In tale contesto, la società verificata è risultata essere soggetto economico sia fornitore che cliente di altre società del gruppo.

Gli accertamenti condotti hanno portato alla denuncia di quattro presunti responsabili, di cui due campani, un veneto ed un extracomunitario originario della Libia e residente nella provincia reggiana.

I finanzieri hanno eseguito controlli approfonditi nella società

Ulteriori indagini hanno appurato che tre dei quattro esponenti del sodalizio criminale hanno ottenuto indebitamente, nel 2020 e nel 2021, finanziamenti garantiti dallo Stato, per circa 500.000 euro, erogati nell’ambito dell’emergenza causata dalla pandemia da Covid-19.

I sussidi sono stati ottenuti sulla base di informazioni false. Oltre a emettere fatture per operazioni inesistenti, l’azienda aveva accumulato perdite (non dichiarate) e nel mese di settembre 2021 aveva cessato l’a sua ‘attività economica, dichiarando fallimento ad inizio 2022.

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