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Farò una strage: detto, fatto

Il sottufficiale di stanza a Ostia aveva inviato numerosi messaggi intimidatori alla sua ex fidanzata, “colpevole” di aver troncato la relazione. Dalle parole ai fatti.

CISTERNA DI LATINA (Latina) – I retroscena del duplice omicidio di mamma e figlia fanno pensare alla premeditazione. In poche parole Christian Sodano, il ventisettenne sottufficiale delle Fiamme gialle di stanza a Ostia, reo confesso della morte di Nicoletta Zomparelli, 49 anni, e della figlia Renée Amato di 19, rispettivamente mamma e sorella della sua ex fidanzata Desiree Amato di 22 anni, aveva annunciato la tragedia via chat. I messaggi su Whatsapp erano indirizzati proprio a Desiree che aveva riferito al giovane finanziere l’intenzione di lasciarlo.

Sodano l’aveva presa male e da uomo possessivo e violento qual era aveva subito reagito con una serie di sms che non lasciavano presagire nulla di buono:

Christian Sodano

” Mi dovranno fermare con tutto l’esercito italiano – scriveva il maresciallo inviando gli sms alla sua ex – Farò una strage. Poi mi posso anche togliere la vita. Vedrai quanto posso essere cattivo…”Desiree, spaventata dai messaggi intimidatori, li avrebbe girati ad una sua amica mentre il finanziere, dopo averli inviati, li avrebbe cancellati dal suo cellulare, forse ben sapendo a che cosa andava incontro se qualcuno li avesse scoperti. Gli inquirenti riuscivano a repertare altri messaggi, tutti inquietanti, che sarebbero stati spediti alla ragazza sino ad un giorno prima della mattanza:

” Sei una falsa, devi soffrire quanto ho sofferto io. Ti farò tanto male, fosse l’ultima cosa che faccio. Non me ne frega più niente. Desiree, di contro, tentava di rabbonire il giovane che non intendeva ragionare: ”Ma che cosa ti ho fatto? – chiedeva Desiree – Male – digitava Sodano dal suo cellulare – Non immagini quanto. Tranquilla, domani mi divertirò io per bene. Ti piace farmi soffrire? Perfetto”.

Alcuni messaggi erano accompagnati anche da foto altrettanto minacciose. In una di queste il sottufficiale inquadrava una mano ferita a causa di un pugno sferrato contro un muro. Desiree rispondeva:

”Devi stare calmo. Fai sempre così, ma quando cresci?. Immediata la replica del giovane maresciallo: “Non sono Dio per giudicare una persona, ma visto che Dio mi ha tolto quelle più care ne porterò anche io a Dio. E ne porterò molte.

Renèe e mamma Nicoletta, morte per difendere Desiree

Sulla natura violenta degli sms non ci sono dubbi e che siano stati inviati prima del duplice delitto non ci piove dunque l’ipotesi della premeditazione si appalesa sempre di più e potrebbe aggravare la posizione giudiziaria dell’indagato. Ma c’è di più. Nell’auto del presunto assassino è stato ritrovato uno zainetto contenente sacchi di plastica, guanti, nastro adesivo, manette e un manganello telescopico in uso alle forze dell’ordine. I difensori dell’uomo, gli avvocati Leonardo Palombi e Lucio Teson, parlano di materiale per la pesca mentre un’ipotesi investigativa propende per una spiegazione diversa: sono arnesi per sequestro di persona e/o per nascondere cadaveri? Davanti al Gip Giuseppe Cario, che ha convalidato la reclusione nel carcere di Latina, l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere ammettendo esclusivamente le proprie responsabilità:

”Il nostro assistito ha confermato quanto già dichiarato al pubblico ministero – hanno dichiarato gli avvocati Palombi e Teson – Sodano aveva ammesso agli agenti della Squadra mobile di aver preso la pistola d’ordinanza per uccidersi, spiegando che quando aveva visto arrivargli incontro le due donne sarebbe stato preso dal panico e avrebbe sparato contro di loro…”.

La villetta di Cisterna teatro del duplice omicidio

Pare invece che le cose non siano andate proprio cosi e che il finanziere abbia sparato più volte su Renèe, “per non farla soffrire”. I particolari della duplice tragedia verranno chiariti più avanti e in sede processuale. In casa dello zio del sottufficiale, ex carabiniere che avrebbe convinto il nipote ad arrendersi, gli investigatori avrebbero trovato un biglietto, evidentemente scritto dopo l’omicidio: “Non volevo fare quello che ho fatto”.

Giovedi 22 febbraio, nella chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo di Cisterna di Latina, si svolgeranno i funerali di Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato. Le due congiunte che si sono sacrificate per difendere Desiree Amato, affranta dal dolore:” Con mia nipote avevo un legame forte e mia figlia era la mia anima – dice Giovanni Zomparelli, padre di Nicoletta e nonno di Renée – stavamo sempre insieme…”.

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