I Carabinieri hanno arrestato un uomo nell’ambito di un’indagine su false perizie e documentazione sanitaria artefatta per ottenere prestazioni assistenziali.
Cosenza – I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Cosenza, nei confronti di un indagato sulla base della ritenuta sussistenza della gravità indiziaria in ordine a plurimi reati di falso materiale commessa dal privato in atto pubblico, frode processuale e falsa perizia per induzione.
Il provvedimento cautelare è stato adottato su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, all’esito dell’impegnativa attività d’indagine svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale – Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Cosenza, avviata a seguito della segnalazione dei Magistrati della Sezione Lavoro del Tribunale di Cosenza, in merito a diverse ipotesi di frode processuale, commessa al fine di ottenere l’erogazione di prestazioni previdenziali o assistenziali, quali indennità di invalidità civile e di accompagnamento per invalidi civili.
Gli approfondimenti investigativi, svolti dai Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, si sono avvalsi di attività tradizionale nonché di intercettazione telefonica e telematica.
Gli elementi acquisti hanno consentito di delineare un collaudato sistema, che, mediante l’utilizzo di documentazione sanitaria artatamente creata, e allegata a numerosi ricorsi presentati al Tribunale Civile di Cosenza – Sezione Lavoro, era volto a indurre in errore il perito nominato dal giudice, ai fini dell’accertamento delle condizioni di salute dei ricorrenti, per ottenere, a beneficio dei ricorrenti che si rivolgevano all’indagato attinto dalla misura cautelare, indennità previdenziali e/o assistenziali, quali invalidità civile e/o indennità di accompagnamento.
Contestualmente viene eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dal Pubblico Ministero, per la somma complessiva di € 1.554.763,94, per le prestazioni previdenziali ipotizzate, allo stato delle indagini, come indebitamente percepite da numerosi soggetti che si erano rivolti all’indagato attinto dalla misura cautelare personale, che svolgeva la sua attività presso un patronato di assistenza per il conseguimento delle medesime prestazioni.
Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza dovrà essere tempestivamente sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari per le sue valutazioni ai fini della convalida e dell’adozione del sequestro.
In concomitanza vengono eseguite, altresì, perquisizioni nei confronti di altri indagati.