Il segretario nazionale Metalmeccanici Antonio Spera dopo l’incontro a Palazzo Chigi: “Serve un piano industriale credibile, no agli esuberi, sì al Polo DRI a Taranto”.
Taranto – “La decisione odierna degli Enti Locali di non decidere rischia di condurre alla fine della siderurgia in Italia. No a una mini Ilva.” È netto il giudizio del segretario nazionale dell’UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, al termine dell’incontro tenutosi oggi a Palazzo Chigi sulla vertenza Ex Ilva, al quale ha partecipato assieme al vicesegretario nazionale Daniele Francescangeli.
Secondo Spera, ogni ipotesi alternativa al piano delineato dal governo rappresenterebbe una pericolosa riduzione del perimetro produttivo, che metterebbe a rischio non solo l’intero settore siderurgico, ma anche l’equilibrio occupazionale e sociale di Taranto e del suo hinterland.
“Ci auguriamo – ha dichiarato – che in occasione della prossima riunione del 12 agosto, gli Enti Locali dimostrino piena assunzione di responsabilità, con scelte coraggiose a favore dell’industria, dell’ambiente, del lavoro e del benessere collettivo”.
Spera ha riconosciuto l’impegno del governo nella gestione della complessa vertenza, sottolineando l’annuncio del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), definita “la più avanzata d’Europa”. Un elemento che, secondo il sindacato, si affianca all’avvio concreto dei lavori per la costruzione dei nuovi forni elettrici e alla riqualificazione degli impianti esistenti, in particolare degli altiforni, ritenuti centrali nel processo di transizione industriale.
Elemento chiave, secondo l’UGL Metalmeccanici, sarà la realizzazione di una nave rigassificatrice: infrastruttura considerata imprescindibile per l’implementazione del Polo DRI (Direct Reduced Iron) italiano a Taranto. In assenza della nave, il sindacato avverte, si dovrà valutare l’eventuale rilocalizzazione del progetto altrove.
Chiaro anche il messaggio sul fronte occupazionale: “Non possiamo accettare che l’unica risposta alla crisi sia la cassa integrazione. Gli asset industriali devono essere tutti salvaguardati, senza esuberi. Serve un piano industriale credibile, con tempi certi, risorse adeguate e un assetto proprietario stabile”.
Spera conclude chiedendo trasparenza sulle criticità e soluzioni strutturate: “Solo così si potrà davvero garantire un futuro alla siderurgia nazionale”.