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Evasione fiscale e riciclaggio, 3 arresti e sequestro da 2 milioni a Monza [VIDEO]

Confisca della Gdf dei profitti illeciti. Nel mirino 7 imprese operanti nei settori dell’edilizia, della logistica e delle pulizie.

Monza – La Guardia di Finanza di Monza ha arrestato tre persone accusate di frode fiscale, reati dichiarativi finalizzati all’evasione, indebita compensazione di crediti fittizi, riciclaggio e bancarotta fraudolenta. I finanzieri hanno anche eseguito un provvedimento di sequestro preventivo,  finalizzato alla confisca sia diretta sia per equivalente di beni per oltre 2 milioni di euro, pari ai profitti illeciti. I militari hanno dato esecuzione, su delega della Procura, ad un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari, disposta dal Gip del Tribunale.

Le indagini, sviluppate dai militari del Gruppo di Monza, hanno tratto origine da autonome attività info-investigative riguardanti 7 imprese operanti nei settori dell’edilizia, della logistica e delle pulizie, nei confronti delle quali venivano riscontrate sistematiche violazioni alle norme tributarie, omissioni contributive e previdenziali, emissione e annotazione di fatture false, oltreché distrazioni dei proventi aziendali verso conti correnti e carte di credito personali. Le successive investigazioni effettuate dalle Fiamme Gialle sotto l’egida della Procura della Repubblica di Monza, hanno consentito di disvelare come le imprese implicate – intestate a meri prestanome brianzoli ora sottoposti agli arresti domiciliari – risultassero operare per un breve periodo, dopodiché venivano abbandonate in stato di insolvenza per i debiti erariali accumulati.

Più in particolare, i Finanzieri hanno raccolto plurimi elementi indiziari in ordine al reale dominus delle condotte criminose perpetrate, posto che gli ingenti proventi dell’evasione d’imposta e degli omessi versamenti dei contributi previdenziali venivano sistematicamente monetizzati con prelievi giornalieri di denaro contante – presso ATM presenti sul territorio brianzolo eseguiti dai citati “prestanome” – e poi direttamente consegnati all’amministratore di fatto delle imprese coinvolte, destinatario della misura di custodia cautelare in carcere e già colpito da analogo provvedimento quale affiliato a famiglie della ‘ndrangheta insediatesi nel milanese.

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